In estate cresce la voglia di pesce e gli italiani arrivano a spendere circa 70 euro al mese per mangiarlo anche 2/3 volte alla settimana. Lo dice la Lega Pesca, sulla base di un’indagine Swg. L’organizzazione cooperativa mette in risalto un recupero dei consumi estivi soprattutto nel Sud e al Centro, zone dove i cali sono stati più consistenti, rispettivamente -12,1% e 2,7% per il fresco. Secondo la ricerca, gli acquisti del 57% delle famiglie si concentrano nella fascia di prezzo da 5 a 15 euro/kg, il 28% da 16 a 32 euro/kg, il 10% da 31 a 50 euro/kg e solamente il 5% per oltre 50 euro/kg. Vince, con il 55% delle preferenze, il pesce fresco, seguito dal prodotto surgelato (29%) e dall’inscatolato (16%). Nella top ten svettano i pesci di mare (orata, tonno, alici e merluzzo), seguiti da molluschi e frutti di mare (calamari, vongole e cozze), crostacei (gamberi e gamberoni) e di acqua dolce. Entrando nel dettaglio, il 50% delle famiglie acquista orate, tonno, alici, nasello, seguiti da salmone, baccalà, spigola, branzino, sogliola, sardine, sgombro, pesce spada, trota, pesce persico, triglia, cernia, rombo, scorfano, aringa, pangasio, carpa, luccio, anguilla. Per quanto riguarda il consumo di pesce fresco, una buona parte si orienta sulla scelta di pesce intero, ma salgono le quote per tranci, filetti e mix già pronti o eviscerati, puliti, tagliati; scelta, questa, conclude Lega pesca, non oculata, perché dietro i prodotti sfilettati si possono nascondere le principali frodi alimentari, con rincari del 300% per le specie qualitativamente inferiori spacciate per prodotto più pregiato.