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Export vino: il report di Assoenologici mostra l’aumento nei Paesi Terzi e il freno in Europa

03/08/2012

Export vino: il report di Assoenologici mostra l’aumento nei Paesi Terzi e il freno in Europa
Assoenologi ha presentato i dati sull’andamento delle esportazioni di vino italiano nel mondo relativi al primo quadrimestre del 2012: l’analisi dell’Ufficio Studi ne conferma la fase espansiva con una crescita in valore del +3,2% contro una contrazione dei volumi del –14,9%.
Il direttore generale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani, Giuseppe Martelli, dichiara: “Nonostante il segno positivo complessivo si registrano segnali di stanchezza nella domanda all’interno dell’Unione Europea. La fase d’incertezza finanziaria globale sta minando la fiducia dei principali mercati di riferimento del settore, condizionando la domanda globale senza più limitazioni geografiche. Appare evidente che l’Europa è un’area portante per l’export, senza la quale è difficile immaginare lo scenario futuro. Il vantaggio offerto dall’euro deprezzato è un’ulteriore freccia nelle corde delle imprese che, è opportuno ricordare, vale soltanto una stagione”.

Se parliamo delle produzioni Made in Italy in generale, si osserva la chiusura dell’export ad aprile con un -1,7% nei paesi della UE, in parallelo alla situazione dei mercati dei Paesi Terzi nei quali  l’export è ancora nel quadrante della crescita con un + 2,3%.
Rispetto al vino, le elaborazioni di Assoenologi osservano come il rallentamento nella UE sia compensato dalla sostenuta vivacità dei Paesi Terzi, con un significativo contributo dell’Estremo Oriente e dei mercati europei extra. Il peso del vino all’interno del paniere del Made in Italy riesce a guadagnare terreno passando da 1,12% all’1,18% dell’intero valore delle esportazioni e nell’area dei Paesi Terzi la quota vola fino a 1,26%.

“Nella complessità delle tendenze in atto non sfugge” continua Giuseppe Martelli, “ la crescente difficoltà d’incrementare l’export nelle aree tradizionali, sia per l’aspetto congiunturale, sia per l’elevata quota che il vino italiano ha acquisito nel corso degli ultimi anni. In questa prospettiva sono da leggere in maniera positiva e strategica le variazioni che si registrano  nei paesi europei extra UE, nel Medio Oriente e nel Far East, anche se in alcuni casi i valori assoluti sono contenuti. In crescita il Sud  America +3,3% e il Nord America +4,5%. Il segmento che risente meno della caduta della domanda è il vino in bottiglia, mentre è pesante la contrazione dello spumante,  – 31,7% , con una perdita secca di circa di 55 mila ettolitri. ll prodotto sfuso registra invece una flessione del – 23,3%”.

Il futuro del vino italiano si costruirà dall’altra parte del mondo? Forse dovremo iniziare a chiedercelo seriamente.

(fonte Assoenologi)

www.assoenologi.it
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