Joia Academy, un sabato pomeriggio, un gruppetto di appassionati e uno scienziato del cibo. Si possono fare scoperte sorprendenti interrogando
Ferdinando A. Giannone, Biologo Nutrizionista specializzato in Scienze Biomediche, mentre prova a spiegare, a noi comuni mangiatori avidi di chiarimenti, come difenderci dalle insidie dei “falsi miti a tavola”.
Ricordate quando la nonna ci diceva: “Bevi una spremuta d’arancia la mattina, è oro in bocca…” ? Ebbene, di sicuro la nonna non sapeva di darci un consiglio sbagliato o perlomeno ambiguo; meglio mangiare un’arancia intera perché in questo modo gli zuccheri contenuti nella frutta possono essere assimilati lentamente dall’organismo evitando il pericoloso picco glicemico provocato dall’assunzione di un liquido. E che dire della voce che circola secondo la quale il kamut, o quelli che vengono definiti “grani antichi”, conterrebbe poco glutine rispetto ad altri tipi di grano? Incompleta e fuorviante, qualunque tipo di grano è in grado di originare la stessa formazione di glutine, la differenza sta nel come viene trasformato e processato nella lavorazione di pane o prodotti simili. Oppure, che i prodotti senza zucchero aggiunto non contengono zuccheri, che l’olio di palma fa più male di altri grassi. Nei prodotti dichiarati “senza zucchero aggiunto” manca solo il saccarosio ma sono presenti fruttosio, maltitolo, sciroppo di glucosio ecc., spesso in dosi consistenti; molti prodotti hanno sostituito l’olio di palma con una percentuale notevole di olio di cocco, un grasso saturo…sarà meglio? E che dire degli integratori alimentari, preziosi alleati in alcuni casi ma assolutamente inefficaci come sostituti di una dieta equilibrata. Potrei continuare all’infinito. Siamo circondati, subissati e disorientati da messaggi contrastanti frutto di credenze superate, di marketing aggressivo, di pseudo-filosofie salutistiche, di comunicazione lacunosa; e i nostri buoni propositi – scegliere un’alimentazione sana per stare bene e in salute – spesso si infrangono contro gli scogli della disinformazione, della superficialità e, ahimè, talvolta della manipolazione.
Possiamo difenderci diffidando dei sentito dire, imparando a leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo, interpretando correttamente le tabelle nutrizionali e, soprattutto, utilizzando quello strumento che la natura ci ha messo a disposizione e che si chiama cervello. Insomma con un po’ di buonsenso, parola obsoleta di cui spesso ci dimentichiamo travolti dalle mode, dalle tendenze e dai passaparola.
Possiamo ricorrere ai consigli di esperti come
Ferdinando A. Giannone, fondatore di
BenMiVoglio Lab, associazione che riunisce professionisti dell’alimentazione con lo scopo di promuovere uno stile di vita sano e fornire strumenti utili a un approccio al cibo consapevole e sostenibile che, in collaborazione con
Joia Academy, istituto creato dallo
chef Pietro Leemann, organizza gruppi d’ascolto, veri corsi formativi, durante i quali accompagna i partecipanti lungo le vie del buon cibo e, soprattutto, della consapevolezza di ciò che mangiamo. Le sorprese non mancano: per esempio, su alcuni prodotti si abusa della parola “senza” come se fosse l’apriti sesamo per la salute, mentre nasconde insidie chiamate zuccheri, grassi, farine e fecole alternative ad elevato indice glicemico.
Su altri troviamo scritto Vegano o Vegetariano; benissimo, ma se osserviamo l’elenco degli ingredienti, la somma calorica è spesso superiore a un prodotto convenzionale.
Una corretta informazione dovrebbe chiarire i dubbi e accompagnare il consumatore nelle scelte, dovrebbe essere basata su evidenze scientifiche, spiegare i rischi legati a diete alimentari non convenzionali. Troppo spesso invece si lega a tendenze passeggere seppur affascinanti, a logiche commerciali poco trasparenti. Oggi che i tuttologi dilagano e dare buoni consigli sembra essere lo sport nazionale, specialmente in fatto di cibo, la responsabilità di chi informa circa le proprietà di un alimento – produttore, operatore, comunicatore - cresce parallelamente alla popolarità e diffusione del prodotto, dello stile di vita, della dieta prescelta. Approfondire e informarsi correttamente sono un dovere, in caso contrario, meglio astenersi.
Marina Caccialanza