In questa estate dove i ristoranti sono strapieni, dove le persone si riversano fuori dalle loro case, dove la voglia di stare insieme dopo un lungo periodo di isolamento la fa da padrona, ci sono alcuni fatti che devono farci riflettere sul delirio di stupidità in cui stiamo precipitando tutti.
Fatti diversi tra loro ma che rivelano una società malata, dove l’informazione seria rischia di essere soffocata dalle fake news, dai video assurdi di gente che non sa neppure quello che sta facendo, dall’ingordigia di followers al posto di amici veri e sinceri.
Queste parole mi escono dopo aver letto un paio tra le tante, assurde, notizie che riguardano in qualche modo il nostro rapporto con il cibo.
La prima riguarda una morte, non chiarita anche se il sospetto è grande; quella di Omar Palermo, un uomo di soli 42 anni, noto al pubblico per il suo blog Youtubo anche io, dove si strafogava, lui già obeso, di cibo. In un video lo si vede mentre mangia 40 Kinder Pinguì e poi, subito dopo, un intero pollo fritto comprato in una gastronomia di un centro commerciale e via di questo passo, collezionando oltre 500.000 followers che ridevano, si divertivano a vedere questo omone buono mangiare, mangiare, mangiare da solo nella sua cucinetta. E poi articoli di giornale che ne tessono le lodi parlando di una “persona vera”, con un pensiero che recita così: “Ciao Omar, hai vinto, perché in un mondo di vanagloriosi, di improvvisati esperti di qualcosa, di influencer che comunicano il nulla assoluto, tu eri semplicemente te stesso e così ti sei mostrato…”.
Fa impressione che un giornalista scriva così. Fa inorridire pensare che un uomo, per sconfiggere la solitudine arrivi a morire strafogato dal cibo per soddisfare le voglie di 500.000 followers.
Poi c’è la libertà, questa parola così bella, così carica di significato che viene calpestata a causa dei deliri post-Covid come quando, ad esempio, i ristoranti chiedono di far mangiare all’interno le persone con il green-pass per poter sfruttare il più possibile i tavoli a disposizione. Anche questa è una notizia che non meriterebbe neppure di essere classificata come tale. Siamo o non siamo in un mercato libero? Se non vuoi accettare questa condizione, tu cliente, vai da un altro ristorante (ce ne sono così tanti in giro) ma non venire a dire che siamo un paese dove la libertà viene calpestata.
Per favore!
La libertà è una cosa seria, con persone che sono morte per garantirla ai loro figli e nipoti.
Due minuscoli esempi di quanto poco fertile sia stato il tempo della riflessione nei mesi in cui tutti noi potevamo usare quel tempo per cambiare in meglio. Invece la società si è incattivita, o meglio sono usciti allo scoperto gli stupidi. Sono tanti ma, ne sono ancora fermamente convinto, non sono maggioranza. La maggioranza è fatta di persone che, in questi mesi, hanno coltivato pensieri e azioni buone e positive, progetti per una vita migliore e per un lavoro degno di tale nome. Noi, con il nostro lavoro, continueremo a cercarli. È un compito che ci assumiamo volentieri perché questo pianeta deve vivere ancora a lungo e avere ospiti che sappiano apprezzarne la bellezza. A cominciare proprio dal buon cibo inteso come condizione fondamentale per una buona vita.
Luigi Franchi