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Fico Eataly World: l’Italia deve pensare in grande

10/11/2017

Fico Eataly World: l’Italia deve pensare in grande
“Abbiamo selezionato e assunto 23 tra ragazzi e ragazze, li abbiamo fatti venire nel nostro nuovo laboratorio di Cinisi, per alcune settimane, per formarli sulla nostra idea di pasticceria. Ora sono qui, a Fico Eataly World, nel nostro spazio. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio, ci abbiamo investito molte delle nostre risorse, ma vedere cosa è diventato e cosa sarà ci riempie di orgoglio”.
Santi Palazzolo, maestro pasticcere di Cinisi (PA), interpreta con queste parole il pensiero che ieri, all’anteprima di FICO Eataly World (che aprirà i battenti mercoledì 15 novembre alle 16,30), era nella testa e nel cuore dei tanti imprenditori del cibo che ci hanno creduto e dei tanti giornalisti che sono arrivati da ogni parte d’Italia e del mondo per vedere questa meraviglia, nata a Bologna per il volere di tanti: Oscar Farinetti, patron di Eataly, Virginio Merola, sindaco di Bologna, Andrea Segrè, presidente del Caab che ospita FICO, i tre milioni di italiani che hanno investito circa 60 milioni di euro nell’apposito Fondo Pai- Parchi Agroalimentari Italiani.
“Il merito più grande va però a Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World, che ci ha insegnato a lavorare insieme” ha affermato il sindaco di Bologna dal palco di una conferenza stampa stracolma di giornalisti.
“Le donne finiscono sempre quello che cominciano” ha rilanciato Oscar Farinetti che, con il suo stile, ha invitato a “pensare in grande per questo Paese che vanta la più ampia biodiversità edibile del mondo”.
E in grande hanno pensato tutti quelli che in Fico ci hanno sempre creduto, fino ad arrivare a vedere questa Fabbrica Italiana Contadina dispiegarsi in tutta la sua bellezza e originalità.
I numeri aiutano a capire: 9.000 metri quadrati di botteghe e mercato con il meglio dei prodotti e del design per la buona tavola; oltre 40 luoghi ristoro allestiti e animati, dai bar fino ai chioschi di cibo di strada e ai ristoranti stellati; due ettari di campi e stalle all’aria aperta, con 200 animali e 2.000 cultivar, per raccontare la varietà e la bellezza dell’agricoltura e l’allevamento nazionali; otto ettari coperti con 40 fabbriche di alimentari in funzione, che hanno prodotto tutti gli ingredienti più celebri della tavola italiana; le sei aule didattiche e le sei grandi “giostre” educative in funzione, per far sperimentare e conoscere i segreti del fuoco, della terra, del mare, degli animali, delle bevande e del futuro; il centro congressi modulabile da 50 a 1.000 persone, con spazi per teatro e cinema; i corsi e gli eventi che animeranno tutti gli spazi di FICO. In tutto, parcheggi e servizi compresi, 100.000 metri quadrati dedicati alla biodiversità e all’arte della trasformazione del cibo italiano, progettati dall’architetto Thomas Bartoli.
“L’Italia è il primo paese per il sogno del 37% dei turisti internazionali. Siamo cresciuti dell’11% quest’anno in termini di presenze e il cibo italiano è, insieme alla bellezza del paesaggio e dei nostri centri storici, uno dei principali attrattori” ha spiegato Gianni Bastianelli, direttore Enit, che ha stretto un accordo con Fico per inserirlo tra le destinazioni turistiche più importanti del Paese.
I numeri aiutano, ma per capire cos’è FICO Eataly World bisogna andarci! La più importante delle percezioni che ne abbiamo ricavato è quella di un luogo dove, finalmente, la qualità sarà accessibile a tutti e, soprattutto, il racconto di cosa significa fare davvero qualità sarà comprensibile a tutti, in modo divertente.

Luigi Franchi

FICO Eataly World
Via Canali, 8
Bologna

Alcune immagini che raccontano FICO
Fico Eataly World: l’Italia deve pensare in grande
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