Formazione, qualità e turismo Slow
Ora, gli effetti delle azioni virtuose di tutta la catena agroalimentare si fanno particolarmente evidenti nella ristorazione, il suo anello finale, interfaccia con il consumatore. E proprio la ristorazione, come ha sottolineato Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, “È un sistema in grado di generare un valore aggiunto di circa 90 miliardi di euro l’anno, che oggi si trova a una svolta. Numerosi studi evidenziano che le famiglie italiane prestano sempre maggior attenzione alla qualità dell’offerta enogastronomica garantita dai nostri locali. I consumatori chiedono garanzie sulla sostenibilità sociale e ambientale della nostra filiera produttiva e distributiva, vogliono sapere la provenienza dei prodotti che proponiamo, le storie e le origini dei piatti che somministriamo. Essere in grado di riscontrare queste aspettative, significa migliorare la nostra funzione e far fare all’intero settore un salto di qualità”. Da queste constatazioni è stato pensato, dunque, questo patto per la difesa e la promozione del patrimonio enogastronomico italiano e questa collaborazione che punta a incentivare il rilancio economico, partendo da tre pilastri fondamentali:
• educazione e formazione,
• qualità, tracciabilità ed ecosostenibilità della filiera agroalimentare,
• turismo Slow.