Ospitalia è un’associazione fondata da Federico Samaden, dirigente scolastico dell’Alberghiero Trentino, che vuole portare l’attenzione sui temi dell’ospitalità come bellezza e bene comune.
Noi di sala&cucina abbiamo immediatamente aderito al suo progetto, insieme ad altri illustri nomi della bellezza italiana: il FAI, Oasi Zegna, Altagamma, Fondazione Bellezza per citarne alcuni.
Da questa partnership, insieme ad altri progetti descritti in questo numero della rivista, è nata una riflessione sulle cucine dei ristoranti come luoghi educanti per le migliaia di giovani che vogliono scegliere questa professione, ma ad una condizione: si smetta quel tono e quell’atteggiamento militaresco che si sostituisce, ancora troppo spesso, all’autorevolezza nell’insegnare.
In ogni parte del mondo, oggi, il capitale umano è considerato una risorsa preziosa, tranne che nel caporalato in agricoltura ma anche per questo si stanno prendendo provvedimenti. Perché, ci siamo chiesti, non può essere così anche nelle cucine di luoghi che svolgono, per gli ospiti, una funzione di benessere?
Perché quell’orribile “Si, chef”, esaltato da programmi televisivi che annullano l’umanità nei rapporti interpersonali, non deve essere bandito, insieme a tutto il gergo e gli atteggiamenti da caserma che, purtroppo, ancora oggi esistono nelle cucine? E perché non si può dire basta al lavoro nero e agli orari assurdi e allo sfruttamento dei ragazzi in stage? In Europa lo fanno, perché in Italia non si dovrebbe potere?
Nasce da qui il primo Manifesto per le cucine ospitali che lancia Ospitalia insieme a sala&cucina, e che sarà il primo passo di una campagna nazionale durante la quale inviteremo chef e ristoratori a sottoscriverne i contenuti.
Vogliamo rendere le cucine luoghi di benessere, dove si lavora duro ma con il rispetto delle persone.