Dall’inizio del mese sono virtualmente esaurite le “scorte” di pesce nazionali: per soddisfare la richiesta di pesci e frutti di mare da qui alla fine dell’anno si dovrà passare all’import. L’hanno chiamato
“Fish Dependence Day”, indica il giorno in cui termina la capacità di soddisfare la domanda interna col pescato nazionale. In Italia si consumano circa 25 kg di pesce procapite l’anno ma quasi la metà dei consumatori si concentra solo su sei specie di prodotti. E il giorno della dipendenza è andato sempre più anticipando. “Ogni anno il Fish Dependence Day anticipa di settimane, e di questo passo, fra qualche anno, mangiare pesce locale, a miglio zero, sarà impossibile”, dice
Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia.
mentre l’Italia ha “celebrato” il suo giorno di dipendenza il primo aprile – per la Germania sarà il 29 aprile, per la Spagna il 9 maggio – la prossima data simbolica sarà il
6 luglio, quando cadrà il Fish Dependence Day dell’Europa. Significa che da quel giorno tutto il continente avrà consumato l’equivalente dell’intera produzione europea annua di pesce.
l WWF ha lanciato il progetto
#fishforward per informare sugli impatti sociali e ambientali del consumo di pesce di mare e raccomandare l’acquisto di pesce sostenibile. “Sia per prodotti ittici nazionali che per quelli importati, il consumatore deve scegliere un pescato sano, fresco e sostenibile – dice Bianchi – Questo aiuta mari e oceani attraverso il recupero degli stock ittici e garantisce la stabilità economica e i mezzi di sussistenza di quelle comunità che, in tutto il mondo, dipendono dalla pesca e dalla disponibilità del pesce”.
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