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Food&Beverage, la roadmap del futuro

07/05/2023

Food&Beverage, la roadmap del futuro

Il settore Food&Beverage italiano vale 27 miliardi di euro di PIL; la Lombardia è la prima regione italiana per valore generato dalla filiera agroalimentare; in Valtellina il settore cresce 8 volte più velocemente che nel resto d’Italia. 
Queste considerazioni sono il punto di partenza da cui si svilupperà, il 9 e il 10 giugno prossimi, la settima edizione del forum The European House-Ambrosetti che vedrà la partecipazione di 39 tra aziende italiane e internazionali per discutere e portare la propria testimonianza sullo stato dell’arte dell’agroalimentare, motore di crescita e sviluppo per il nostro Paese e per le comunità estere. 
 

L’evento si svolgerà a Bormio, in Valtellina, luogo particolarmente simbolico e scelto quale esempio di crescita e sviluppo economico: solo nel 2022, infatti, il territorio ha generato un valore di 277 milioni di euro di produzioni agroalimentari certificate, con 2345 attività attive sul territorio di cui 195 dedite al settore food&beverage: il 90% della produzione di mele della Lombardia, l’80% di bresaola nazionale e il più grande vigneto terrazzato d’Italia con 2500 km di muretti a secco su 850 ettari coltivati. 


In campo alimentare, la Valtellina si offre come esempio chiarificatore. Patria di molteplici eccellenze rappresenta al meglio il connubio tra alimentazione e qualità di vita. Sondrio è la 3° provincia italiana su 107 per impatto economico territoriale dei prodotti a base di carne certificata, dopo Parma e Udine; la 4° provincia lombarda per produzione di vino con 3,2 milioni di bottiglie l’anno; è anche la 15° provincia italiana nell’indice di qualità della vita e al 19° posto per le produzioni agroalimentari certificate con un valore di 277 milioni di euro. Un impatto rilevante sul territorio e sull’economia locale. 


Ma il dato significativo emerso è che in Valtellina il settore cresce 8 volte più velocemente che nel resto dell’Italia con un numero di occupati in aziende del settore food che raggiunge i 162.000. 

Alimentazione, sport e salute, i 3 pilastri del forum


Il rapporto strategico 2023 che il Forum Food di Bormio intende comunicare si articola su 10 messaggi chiave:

  1. Nell’ultimo triennio ci sono stati numerosi fattori di crisi e discontinuità con significative implicazioni eco-sistemiche e strutturali: dalla pandemia al rischio di guerra mondiale, da disruption delle catene di approvvigionamento a crisi economiche di vario tipo, siccità e crisi climatica, incremento dei tassi di interesse e fallimenti bancari in Europa e USA. La situazione potrebbe essere uno stimolo alla creatività degli imprenditori italiani, campioni nella gestione di perma-crisi.
  2. In questo contesto, gli effetti del cambiamento climatico mettono a rischio la produzione agroalimentare: l’Italia si posiziona come il 1° Paese in Europa per estensione di territorio con un tasso di stress idrico superiore all’80%; Coldiretti stima un danno per la produzione agricola pari a 6 miliardi di euro.
  3. L’elevata inflazione alimentare rappresenta un’enorme sfida per la filiera agroalimentare italiana, in un contesto in cui i consumi alimentari sono fermi da oltre 10 anni: per le famiglie a basso reddito, il 76% della spesa è incomprimibile.
  4. Nonostante il contesto di crisi la filiera resta tra le più rappresentative del made in Italy, asset strategico per la ripartenza del Paese: l’export supera i 60 miliardi di euro, per la prima volta; l’Italia è la prima destinazione enogastronomica al mondo e il 29,3% dei turisti stranieri definisce le produzioni agroalimentari e la tradizione culinaria un motivo di attrattività.
  5. La filiera agroalimentare sostiene 30 macro-filiere, vale il 16,4% del PIL italiano.
  6. Le esportazioni agroalimentari hanno raggiunto il record storico nel 2022 superando i 60 milioni di euro.
  7. La filiera potrebbe fare di più, secondo gli esperti, e l’Italia è solo il 5° Paese europeo per valore di esportazioni.
  8. L’elevata frammentazione della filiera costituisce un fattore di freno per la crescita e l’internazionalizzazione della filiera agroalimentare: il settore si conferma composto in prevalenza di piccole imprese che realizzano performance inferiori rispetto alle grandi imprese, in termini di marginalità e propensione all’investimento.
  9. L’Italian Sounding ostacola la proiezione internazionale della filiera agroalimentare italiana: The European House -Ambrosetti indagherà con aggiornamenti e ampliamento delle analisi sul fenomeno: il successo del cibo made in Italy, comunque, è testimoniato dalla diffusione dei ristoranti italiani nel mondo, ben 938 a New York, 4982 a Tokyo, 324 a Melbourne, 570 a Los Angeles, 722 a Rio de Janeiro, 541 a Hong Kong, 373 a Buenos Ayres e 253 a Pechino. 
  10. L’ultimo punto è che non è più possibile rimandare un dibattito serio e approfondito sulla sostenibilità della filiera agroalimentare, con particolare riferimento alle abitudini sane e sostenibili dei consumatori italiani; l’impatto del cambiamento climatico necessita di affrontare e approfondire il potenziale offerto dalla tecnologia e da una maggiore educazione dei cittadini. 

Turismo e agroalimentare, 2 facce della medaglia

Food e Travel sono settori strategici per la crescita economica del Paese e un’opportunità per la valorizzazione del territorio. La food experience è tra i principali motivi per la scelta di una meta turistica. La sinergia tra cibo, cultura e patrimonio paesaggistico, infatti, sembra essere la strada da seguire per stimolare l’attrazione di nuovi sviluppi turistici: strategie, linguaggi comuni, condivisione e allineamento di iniziative e attività di promozione. Anche i grandi eventi come le manifestazioni sportive, le esposizioni artistico-culturali e le convention possono stimolare appeal territoriale diventando un attrattore di flussi turistici.

Sono occasioni che permettono di offrire momenti di storytelling: le Olimpiadi del 2026 in Lombardia, per esempio, saranno un’occasione strategica da non perdere per valorizzare il territorio attraverso azioni mirate e di promozione. In questo contesto si rivela fondamentale la formazione nelle scuole e per gli operatori che possono contribuire concretamente a un percorso virtuoso per creare stili di vita salutari e vicini ai prodotti del territorio, operatori del futuro consci del loro ruolo e cittadini che investono sul territorio: un effetto domino che partendo dagli studenti raggiunga familiari e relazioni locali e virtuali. 

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
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