Il nome “Franzbrötchen” potrebbe derivare proprio da “Franzosen”, i francesi, in riferimento all’influenza culturale portata dagli occupanti, e anche la prima comparsa del termine in forma scritta risale alla metà del XIX secolo, in documenti e ricettari locali. La preparazione del dolce prevede diversi passaggi: l’impasto viene steso, farcito con un composto di zucchero e cannella, arrotolato e tagliato in cilindri. Ogni pezzo viene poi pressato al centro, ed è questo gesto che dà al dolce la sua caratteristica forma finale, riconoscibile in tutte le strade della città. In cottura, il ripieno si scioglie e forma una crosta caramellata. La versione più diffusa prevede l’utilizzo di zucchero di canna e cannella, ma oggi non mancano le varianti: con cioccolato, noci, uvetta o semi di papavero. Alcuni panifici propongono anche versioni vegane, in cui il burro è sostituito dalla margarina, mantenendo la consistenza stratificata dell’impasto. Nonostante sia un prodotto molto diffuso nel nord della Germania, il franzbrötchen resta poco conosciuto nel resto del paese. Fuori da Amburgo è raro trovarlo nei panifici, anche se negli ultimi anni ha iniziato a circolare in alcune pasticcerie delle altre grandi città tedesche, come Berlino e Monaco di Baviera.
Il franzbrötchen si consuma soprattutto a colazione o come merenda, spesso accompagnato da una tazza di caffè. Nato dall’incontro tra influenze francesi e tradizione locale, è diventato un prodotto profondamente legato all’identità gastronomica di Amburgo. Ancora oggi esce ogni mattina dai forni di quartiere, senza clamore, ma con quella regolarità che racconta molto del legame tra la città e le sue abitudini alimentari.