Ai visitatori di
Expo 2015 verrà offerta anche la possibilità di trovare le risposte alle tante domande che ci si pone spesso al
supermercato, quando si deve scegliere tra i vari prodotti esposti. Nel Padiglione del Cibo del Futuro, 6.500 metri quadri nel cuore del sito espositivo, si troverà uno spazio nato dalla collaborazione tra
Coop, il MIT Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati. Il
Future Food District vuole essere un esperimento e incarnare uno dei possibili
scenari futuri del retail. È composto da un vero e proprio supermercato , dove chi vorrà vivrà una reale esperienza d’acquisto (ovviamente diversa da quella a cui si è abituati) e
dall’Exhibition Area, una struttura polivalente che si proietta verso un orizzonte ancora più lontano.
Il solo
supermercato occuperà un’area di 2500 metri quadri, su due livelli, uno spazio sperimentale, capace di generare
nuove interazioni tra consumatori, prodotti e produttori: un luogo in cui ritrovare un rapporto diretto con la filiera. Inizialmente i visitatori entreranno in un corridoio d'ingresso dove prenderanno coscienza di essere in un supermercato Coop e concettualmente effettueranno un
viaggio nel tempo, dal magazzino di previdenza a Torino, il primo negozio Coop in Italia datato 1854, fino ai giorni nostri. Con lo stesso sistema poi si potrà visualizzare
l’evoluzione del mercato dal medioevo al prossimo futuro.
Oltre al personale in carne e ossa i visitatori incontreranno
YuMi, un robot di nuova generazione realizzato da ABB in grado di interagire con le persone dotato di braccia, vista e tatto, pensato per una nuova era dell’automazione in cui gli esseri umani e i robot eseguiranno congiuntamente le stesse operazioni.
Infine al piano superiore ci si immergerà nella vera e propria superficie di vendita, con i prodotti disposti su tavoli seguendo un ordine che andrà dalle materie prime, la frutta, il grano, il latte, ai prodotti via via più trasformati e elaborati, valorizzando il patrimonio agroindustriale italiano.
Cinque le filiere: latte e derivati, the, caffè e cacao, cereali e birra, carne e pesce, ortofrutta e vino.
Sfiorando con la mano i prodotti sarà possibile ottenere varie informazioni, compreso tutte quelle che oggi o non sono disponibili o lo sono parzialmente solo in rete ma che, in ogni modo, non si riesce a far stare in un'etichetta tradizionale. Attraverso queste “
etichette aumentate” il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua storia, il suo tragitto.
“Il progetto originario datato 2013, chiamato GeoCoop, e frutto di un contest sull’innovazione riservato a 80 dipendenti under 35, si basava sull’esperienza diretta di un gruppo di giovani dipendenti che hanno enfatizzato valori cari a Coop quali la trasparenza e la genuinità indispensabili per un atto di acquisto consapevole, necessario oggi ma ancora di più domani. Valori che noi riteniamo essere sempre più condivisi”, spiega
Marco Pedroni, presidente di
Coop Italia.
Il supermercato non sarà solo un luogo esperienziale e d'acquisto, ma anche luogo dove si
incontreranno le eccellenze grandi e piccole della produzione del cibo nazionale, dalle grandi aziende partner Coop ai piccoli fornitori e ristoratori locali fino ai singoli consumatori. Sarà infatti possibile per alcuni soggetti selezionati da Coop utilizzare il supermercato come
una vera e propria infrastruttura per poter vedere i propri prodotti con una logica simile a quella di piattaforme quali ebay o Airbnb dove il consumatore potrà diventare venditore. In tutto saranno coinvolte
90 imprese - dalla multinazionale al piccolissimo produttore - che hanno condiviso la mission originaria di Coop, quella che già oggi applica a circa 1.400 dei suoi prodotti a marchio, ovvero raccontare fino dalle origini la storia dei loro prodotti. E per gli appassionati di statistiche sarà anche possibile, all’uscita, trovare varie informazioni, in tempo reale, sul numero dei visitatori, con quali prodotti stanno interagendo, e la top ten dei prodotti più venduti.
Infine, l’Exhibition Area dedicherà uno spazio in collaborazione con la
Società Umanitaria di Milano, dove si vedranno i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre
1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa 2 miliardi di persone. Nella piazza ci saranno prototipi e installazioni volti a esplorare alcune
tecnologie innovative in materia di agricoltura urbana e
produzione di cibo e energia, oggi eccezioni domani normalità.
La sostenibilità e l’interattività sono le basi su cui poggia il
Future Food District che, nelle intenzioni di Expo Milano 2015, sarà uno spazio coinvolgente e stimolante in grado di raccontare come le tecnologie di ultima generazione e l’applicazione di know-how e conoscenze d’avanguardia possano contribuire allo sviluppo del tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e aprire nuove frontiere in campo agroalimentare.
Lucilla Meneghelli