Enrico Bartolini, sei stelle Michelin
La sua ricetta è ancora diversa rispetto alle precedenti. Enrico Bartolini, partendo dalle due stelle conquistate al ristorante del Devero Hotel, sulla statale bergamasca, è salito, passo dopo passo, ad avere la gestione del ristorante MUDEC a Milano, del Casual a Bergamo, del Glam a Venezia, di Borgo San Felice a Castiglione della Pescaia, di Locanda Sant’Uffizio a Cioccaro di Penango (AT) e, ancora, del Roberto’s di Dubai e Abu Dhabi e dello Spiga di Hong Kong.
Una carriera rapidissima e senza sbavature che gli ha, molte volte, “tolto il sonno alla notte, dando però in cambio moltissime soddisfazioni”. Bartolini pare una sorta di Re Mida della ristorazione, ma niente avviene per caso, come ha raccontato lui stesso: “Un pensiero unico accomuna i miei ristoranti: il modo di fare ristorazione, con un grande lavoro, con equilibrio e soprattutto con passione, pur nella differenza degli ambienti e dei piatti, che raccontano la biodiversità dell’Italia, le sue piccole e grandi specialità, dove ogni luogo è connotato dalle persone che lo vivono e lo fanno crescere. Chef e maître sono i veri padroni di casa di ciascun ristorante, in un rapporto che pone la fiducia al primo posto in tutto”.
Enrico Bartolini ha usato il termine emozione quando ha parlato di metodo e di come questa emozione vada applicata al metodo: “Solo così diventa veritiero e reale il rapporto con il cliente. A me interessa solo una cosa: che si condividano i contenuti e si rispettino regole e diritti. Per questo c’è un fortissimo dialogo tra sala e cucina: è il modo migliore per far uscire l’ospite con un ottimo ricordo. In sala voglio persone che sappiano parlare, le lingue ma non solo, vestite bene, con un approccio che abbia la giusta formalità. Questo non è certo un mestiere normale e le persone devono essere pagate il giusto per tutto quello che fanno”.
Tematiche che diventano sempre più pressanti e che richiedono, ormai è arrivato il tempo, un adeguamento degli strumenti economico-finanziari e contrattuali.