Da quest’anno siamo partner di Ospitalia, la prima rete italiana a occuparsi di ospitalità come motore di sviluppo del territorio, di cui parla il suo fondatore, Federico Samaden, nell’intervista che apre l'ultimo numero di sala&cucina. Essere partner significa aderire al manifesto fondativo, credere profondamente in quei principi e ragionare sull’ospitalità non solo come servizio di sala, seppur importante, ma come uno stile di pensiero e di azione quotidiana. Un compito stimolante perché fare ospitalità in Italia è, da sempre, un tratto distintivo che ora sta poco alla volta scomparendo.
Colpe? Principalmente una! Ci stiamo chiudendo in noi stessi, nel nostro piccolissimo mondo fatto di apparenti sicurezze che vengono poi messe puntualmente in discussione da un mondo che va comunque sempre avanti.
Ospitare, lo dice Samaden, è la professione più bella del mondo, perché significa gioire dello star bene delle persone! Questo farà Ospitalia e noi siamo particolarmente orgogliosi di essere parte attiva di questa associazione destinata a trasformarsi in fondazione operante in ogni regione d’Italia.
Molte sono le iniziative che ci vedranno protagonisti, insieme, in questo 2020: dall’insieme di workshop rivolti agli studenti degli alberghieri di quarta e quinta di sette città italiane, a cominciare da Biella per continuare con Monza, Riccione, San Patrignano, Valdobbiadene, Giardini Naxos, Firenze e Trento, fino alla presentazione di Ospitalia Academy presso il primo hotel didattico italiano a Roncegno Terme (TN) e all’esperienza della nave scuola per l’ospitalità di Corsica Sardinia Ferries di cui vi parleremo in uno dei prossimi numeri della rivista.
C’è bisogno di riaffermare con forza i concetti chiave dell’ospitalità in Italia, sono fondamentali perché stanno alla base della più importante industria economica del nostro paese: il turismo, facendolo diventare sostenibile e non invasivo.
La bellezza dei luoghi raccontata da un giovane che ci accoglie quando arriviamo in un determinato territorio è la base del nuovo concetto di ospitalità portato avanti da Ospitalia che coniuga arte, bellezza, stile italiani.
E, oggi, diventa ancor più importante pensando che fenomeni come il coronavirus, di cui tanto si parla, rischiano di minare le relazioni sociali e il turismo in maniera drammatica. Rispondere a tutto questo con un sorriso ospitale, con la consapevolezza che la bellezza dei luoghi resta una delle certezze che abbiamo, con la voglia di vivere in quei luoghi e accogliere chi li vuole scoprire, rappresenta un forte elemento di innovazione e reazione allo sconforto che può assalirci quando siamo di fronte all’imprevedibilità.
Ci voleva un’iniziativa come quella di Ospitalia per tornare a ragionare di ospitalità, perché lo fa partendo dal concetto che tutto deve essere connesso: fare bene una mise en place è importante, ma solo se quei gesti rappresentano davvero, in maniera concreta, la voglia di far star bene le persone, altrimenti diventa solo un bellissimo disegno in una cornice storta. Come fare per rendere tutto questo veritiero? Una risposta arriva dai corsi di alta formazione che Federico Samaden ha introdotto nell’istituto che lui dirige in Trentino, dove i ragazzi vanno anche nelle stalle per imparare tutto del latte o del formaggio che serviranno in tavola, vanno nei musei del territorio per realizzare un portfolio di bellezza da raccontare agli ospiti. Due piccoli esempi di come la cultura sia parte integrante di un percorso che mette al centro l’ospite e il territorio, elementi destinati a parlarsi se si vuole che una semplice vacanza diventi davvero un’esperienza di vita degna di essere vissuta. E noi di sala&cucina siamo orgogliosi di fare la nostra parte in tutto questo!