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Giorgio Tommasi fa il bis: alla guida dei Consorzi del Bardolino e ora del Custoza doc

30/05/2013

 Giorgio Tommasi fa il bis: alla guida dei Consorzi del Bardolino e ora del Custoza doc

Giorgio Tommasi è il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Custoza doc, succedendo a Carlo Nerozzi, che lascia per altri impegni.


Proveniente da una famiglia legata per tradizione alla terra e alla viticoltura, Giorgio Tommasi, 59 anni, dopo la laurea in Agraria a Bologna è stato per anni responsabile per il nord-est d’Italia della multinazionale John Deere. Dal 2000 inizia ad occuparsi personalmente delle sue due aziende, a Sandrà e Lazise e nello stesso tempo viene chiamato alla carica di consigliere nel Consorzio di Tutela del vino Custoza. Nel 2008 viene eletto Presidente del Consorzio di Tutela del Bardolino e appunto qualche giorno fa è stato investito della stessa carica anche per il Consorzio del Custoza doc.

Il Custoza è la quarta doc italiana per produzione tra i vini bianchi, con una quota di circa 12 milioni di bottiglie annue: merito delle 70 cantine, dei 500 vignaioli e dei  1200 ettari di vigneto specializzato. Il Custoza nasce da un mix di varie uve, in prevalenza le autoctone Garganega, Trebbianello e Bianca Fernanda, prerogativa piuttosto rara tra i vini bianchi italiani.

“La strategia del Custoza è semplice: puntare ad una qualità sempre più elevata, partendo da una base che è già buona, e far sì che il vino trovi una maggiore identità, concentrandoci sui nostri tratti caratterizzanti: la piacevolezza di beva, l’abbinabilità con la cucina, la leggerezza e la delicata aromaticità, la freschezza tipica dei suoli delle colline moreniche che stanno tra la città di Verona e il lago di Garda. Qualità e identità sono le nostre parole d’ordine” ha commentato il neopresidente Tommasi.

Intanto, il Consorzio di tutela del Custoza ha ricevuto dal ministero delle Politiche agricole l’incarico per la tutela e la promozione della denominazione “erga omnes”, ossia in rappresentanza anche delle aziende che imbottigliano il vino della doc senza essere socie dell’ente consortile. “Un riconoscimento quasi scontato visto che i soci del Consorzio di tutela producono circa il 90% del totale delle uve dell’area: si tratta di uno dei livelli di rappresentatività più alti d’Italia” sottolinea ancora Giorgio Tommasi, che ora è prossimo anche ad entrare come consigliere in Federdoc, la Federazione dei Consorzi a tutela delle doc italiane, al posto di Luciano Piona, ex presidente di Uvive (l’Unione dei Consorzi dei vini veneti).

Buon lavoro da tutta la redazione!

Alessandra Locatelli
Fotografia di Paola Giagulli

 
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