Ad Atene, mentre la gente coltivava l’apparenza dei buoni sentimenti, Diogene girava con la lanterna in pieno giorno alla ricerca dell’uomo autentico. È dentro questa ricerca che si colloca la cooperativa sociale La Lanterna di Diogene, dando occupazione a ragazzi con patologie come psicosi, autismo, sindrome di Down, in cucina e nel servizio in sala dell’omonima osteria, nel lavoro dei campi e nell’allevamento e fornendo ospitalità e assistenza a chi non è in grado di svolgere quelle mansioni.
Quando frequenta le superiori in agraria, durante le vacanze estive, Giovanni Cuocci va a fare diverse esperienze, metalmeccanico in un’azienda che realizzava parti di motore al tornio, bagnino, muratore, agricoltore. C’è già in lui la passione per la cucina. Non ancora diciottenne segue vari corsi alla scuola di cucina delle Sorelle Simili, che avevano insegnato a mezza Bologna a fare il pane e a tirare la sfoglia portando la cucina bolognese in giro per il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. Margherita e Valeria Simili l’avevano preso a benvolere e scherzando gli dicevano che aveva due spalle rubate alla cucina. Lui si schermiva, inconsapevole del fatto che una giacca da cuoco l’aspettava da qualche parte.