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Gli chef senza glutine del Piemonte

05/07/2012

Gli chef senza glutine del Piemonte
In Italia i celiaci ufficialmente diagnosticati sono 122mila  (oltre 9mila in Piemonte), ma da screening si stima che la casistica sia di 1 celiaco ogni 100 abitanti, quindi fino a 500mila a livello nazionale. Questo dato ha stimolato la  Regione Piemonte in collaborazione con le ASL del territorio (capofila ASL TO3) e l’Associazione Italiana Celiachia Piemonte Valle d’Aosta, a dar vita ad una serie di corsi di formazione su celiachia e intolleranze alimentari, a cui hanno partecipato più di 700 operatori della ristorazione e del turismo.
L’iniziativa punta non solo a ridurre al minimo il disagio per i celiaci che vivono in Piemonte, ma anche a rendere sempre più completa ed efficiente l’offerta turistica regionale, che ha nell’enogastronomia uno dei suoi maggiori punti di forza.
Attualmente il territorio piemontese conta 296 locali specializzati in cucina senza glutine (24 nell’Alessandrino, 17 nell’Astigiano, 19 nel Biellese, 59 nel Cuneese, 31 nel Novarese, 129 nell’area di Torino e provincia, 12 nel VCO e 5 nel Vercellese.
Erano 187 prima dell’inizio del nuovo ciclo di corsi di formazione un anno fa e sono cresciuti in questo periodo del 37% (comprese 11 nuove pizzerie, 2 fast food “made in Italy” e 4 nuovi catering).

La formazione completamente gratuita ha visto una parte teorica per introdurre al tema della celiachia e delle intolleranze alimentari e una parte pratica con laboratori di cucina senza glutine. Il percorso ha previsto inoltre tre momenti formativi presso ogni singola struttura e un audit a sei mesi.
“Il Piemonte è una regione all’avanguardia nell’affrontare le problematiche della celiachia dal punto di vista sanitario e ora lo è anche dal punto di vista della ristorazione e turistico – commentano gli assessori regionali Alberto Cirio, al Turismo, e Paolo Monferino, alla Sanità  – Poter mangiare tutto è un diritto di tutti, ma questo diritto risponde anche a un preciso interesse turistico ed economico: il Piemonte ha nell’enogastronomia una delle sue attrattive più forti e soltanto puntando su qualità e servizi possiamo continuare a crescere con successo. Proseguiremo questi corsi di formazione anche per il futuro e abbiamo in progetto con l’AIC la realizzazione di un sito e di alcune guide che pubblicizzino tutti gli esercizi, ristoranti, agriturismo e laboratori artigianali che servono cibi per celiaci e cucina senza glutine”.

“Con il progetto Alimentazione fuori casa è da più di dieci anni ormai che l’Associazione Italiana Celiachia ha avviato un capillare lavoro di sensibilizzazione nei confronti del sistema della ristorazione - commenta Elda Angelino, responsabile dei rapporti istituzionali AIC Piemonte e Val d’Aosta – Un’azione cresciuta nel tempo in collaborazione con i SIAN, i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione, e che nel 2005 ha finalmente ricevuto un riconoscimento normativo con la Legge 123, che stanzia specifici fondi nazionali  per la realizzazione di questi corsi di formazione. È grazie a questi progetti e in generale al grande lavoro di sensibilizzazione che oggi la celiachia non è più una sconosciuta. Non solo sono cresciute le diagnosi, perché si è imparato a riconoscerne i sintomi, ma è migliorata in modo tangibile anche la qualità della vita delle persone interessate da questo problema. Un grande lavoro è stato fatto, ma sappiamo che c’è molta strada ancora da percorrere”.
Il progetto proseguirà anche tra quest’anno e il prossimo biennio, con un ampliamento formativo rivolto non solo ai ristoratori, ma anche agli istituti alberghieri ed ai laboratori artigianali.
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