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Gli studi sul cibo: i dati sono sempre più elementi indispensabili per ripartire

07/01/2021

Gli studi sul cibo: i dati sono sempre più elementi indispensabili per ripartire

In questo periodo si sommano moltissimi studi sul cibo, sui
suoi consumi, e questo non è che uno dei tanti effetti di cambiamento che la
pandemia sta registrando. Ma, per il nostro lavoro di distributori alimentari
per la ristorazione e per i contenuti di questa rivista, riportare questi
dati significa prestare attenzione a come si evolverà il cliente dei ristoranti
quando tutto tornerà alla normalità.

Ecco, dunque, i risultati di una ricerca condotta da Enpaia e Censis
sull’evoluzione del settore agricolo e su come gli italiani, nei loro consumi
domestici ora e nelle scelte conseguenti al ristorante domani, prestano più attenzione
alla qualità del cibo.


La Fondazione Enpaia è l’Ente Nazionale di Previdenza per gli addetti e gli
impiegati in agricoltura e, con il Censis (che non ha bisogno di presentazioni),
hanno presentato lo studio “L’agricoltura
nella seconda ondata, tra resistenza e rilancio”

che analizza l’impatto della pandemia sulla filiera e la sua relativa tenuta.

Nel corso della pandemia, sottolinea lo studio, oltre al
risultato che tutti conosciamo dincremento
della spesa alimentare domestica, c’è stata una crescita notevolissima dei
consumi di prodotti tipici della cucina italiana
: +12% della pasta, +16%
del riso e +16,2% della birra. Inoltre, per
quasi un italiano su due (il 47,4%) il cibo è stato una cura indispensabile per
garantire il proprio benessere psicofisico. Altri dati indicano i desideri
delle persone in un nuovo tempo di normalità: apprezzare le piccole cose del
quotidiano (40,9%); viaggiare tanto (25,9%); riparare i danni economici subiti
(22,6%); realizzare un progetto o un sogno nel cassetto (20,3%) e infine ridare
valore agli aspetti della vecchia vita (29,9%).

Infine Fondazione Enpaia e Censis segnalano un crollo nell’ordine del 40% per il fatturato della ristorazione nel 2020 rispetto allo scorso anno. Un dato che conosciamo bene, che determina una crisi da cui sarà difficile, ma non impossibile, risalire. La dimostrazione l’abbiamo vista quest’estate con i ristoranti sempre pieni nelle località di mare e montagna, con il desiderio, da parte delle persone, di tornare ad un piacere, quello di una cena al ristorante, che è ormai profondamente radicato nella vita delle persone.
Ma sarà un ritorno su basi nuove, dove la concretezza delle proposte gastronomiche, il giusto rapporto prezzo-qualità, l’accoglienza sincera saranno le chiavi interpretative del successo del ristorante.
Infatti, sempre lo studio Enpaia-Censis mette in rilievo le nuove motivazioni di scelta degli italiani rispetto alla filiera del cibo. Scelte che si tradurranno anche nei criteri di selezione di un ristorante: la sicurezza degli alimenti (58%), seguita dalla tracciabilità per verificarne la provenienza (40%), quindi dal gusto (35%), dai contenuti nutrizionali (35%), con il costo in coda (31%).
Sono informazioni preziose anche e soprattutto per una ripartenza della ristorazione che, oltre al piacere, significa ridare alle città, ai quartieri, alle comunità un senso di vita sociale e di sicurezza che si sta rivelando più che mai necessario alle nostre vite.

Benhur Tondini

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