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Golosi di Identità, alta cucina e raccolta fondi

08/03/2023

Golosi di Identità, alta cucina e raccolta fondi

Una cena per raccogliere fondi a favore di un progetto meritevole e importante: combattere i disturbi alimentari. Una cena in un locale dove l’alta cucina è di casa, preparata da 4 nomi illustri del firmamento gastronomico; e se parlare di disturbi alimentare assaporando una cena gourmet vi pare retorico, ebbene, sappiate che, invece, è proprio il contesto ideale.

È il contesto ideale perché la Cucina – non a caso con la maiuscola – può e deve diventare veicolo di conoscenza, di consapevolezza, di inclusione, riflessione e condivisione.

In questo contesto, Fondazione Cotarella sta svolgendo un progetto interessante e, soprattutto, importante: la creazione di un percorso terapeutico in grado di creare un’opportunità di crescita professionale e personale per tutti quei ragazzi e ragazze che, nel corso della loro vita, si sono trovati a combattere un nemico chiamato cibo. 

Perché il cibo può essere uno straordinario compagno d’avventure sensoriali ma può essere anche un problema drammatico e il rifiuto del cibo l’espressione di una fragilità interiore che rischia in alcuni casi di devastare e distruggere. 

Golosi di Identità, alta cucina e raccolta fondi

Sono oltre 3 milioni le persone che soffrono di DCA, con un incremento di oltre il 30% registrato negli anni della pandemia. I dati rivelano anche che si è abbassata l’età di esordio del disturbo, scendendo alla fascia pre-adolescenziale (8-12 anni), e che il fenomeno è in crescita tra la popolazione maschile.

Fondazione Cotarella, con la propria attività incentrata su progetti di formazione, laboratori creativi, e opportunità professionali nel mondo del cibo di qualità e grazie anche alla rete di esperti chiamati a collaborare, intende contribuendo concretamente a supportare chi soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare, con un’attenzione particolare ai più giovani. “Ci muoviamo in punta di piedi – ha affermato Dominga Cotarella – non siamo medici, ma cerchiamo di dare il nostro contributo affinché queste persone possano tornare a innamorarsi del cibo”.
 

Identità Golose, in sede di congresso, è stata partner di Fondazione Cotarella con la sua opera di divulgazione e, lo scorso 2 marzo, ha contribuito a continuare questa attività promuovendo e organizzando una cena benefica presso i locali di Identità Golose Hub a Milano con l’obiettivo di raccogliere fondi.


La cena, organizzata da Fondazione Cotarella, in collaborazione con l’Istituto Scientifico San Raffaele e Identità Golose ha avuto il contributo, in quanto protagonisti della proposta culinaria, Andrea Aprea, chef e patron dell’omonimo ristorante di Milano, una stella Michelin, Enrico Cerea, chef del ristorante di famiglia Da Vittorio, tre stelle Michelin, l’ideatore della cucina POP Davide Oldani, chef e patron del ristorante D’O, due stelle Michelin e Guido Paternollo, apprezzato chef del Pellico 3, il ristorante del Park Hyatt di Milano.

Davide Oldani, Enrico Cerea, Andrea Aprea, Guido PaternolloDavide Oldani, Enrico Cerea, Andrea Aprea, Guido Paternollo

Ciascuno ha realizzato un piatto a comporre il menù della serata: Andrea Aprea ha proposto una delle sue icone, Caprese dolce salato, l’apoteosi dell’emblema della tradizione italiana, tecnica e delicatezza per una delizia destinata a superare il tempo; Davide Oldani, Gnocchi di caldarroste, burro nocciola, polvere di sommacco e sciroppo d’acero: un equilibrio perfetto tra sostanza e leggerezza, tra dolcezza e sapidità, per un crescendo di intensità in grado di condurre all’esplosione gustativa della Blanquette di vitello moderna, champignon e tartufo nero di Guido Paternollo; ed ecco il coronamento della cena nello straordinario dessert proposto da Enrico Cerea, Cento per cento cioccolato: bavarese nocciola e cioccolato, spuma al cioccolato, cialda al grué e sorbetto alla polpa di cacao. 
 

Ad accompagnare il menù, i vini della Famiglia Cotarella: un delicato Sorélle 2022, 90% Merlot e 10% Aleatico, con la caprese (L’abbiamo chiamato Sorélle da soré, come ci chiamiamo tra di noi -  ha spiegato Marta Cotarella); Il Punto 2020, Sauvignon in purezza, con gli gnocchi; Montiano 2019, Merlot 100%, abbinato alla blanquette e per coronare il dessert, Anita Aleatico.
L’alta ristorazione quando, come in questo caso, è un esempio di impegno, lavoro, creatività, sacrificio e qualità, aldilà delle luci e del palcoscenico mediatico, può svolgere un ruolo fondamentale nel trasmettere il rispetto della materia prima e dell’essere umano; può offrire l’immagine positiva di un rapporto col cibo costruttivo, consapevole e sostenibile. Un messaggio di speranza e fiducia. 

“Siamo ragazze fortunate – hanno dichiarato Dominga, Marta ed Enrica Cotarella in apertura della serata – e ci pare giusto condividere la nostra serenità con chi ne è alla ricerca. Il progetto è quello di creare le condizioni perché i giovani che hanno un approccio difficile con il cibo possano essere aiutati a convivere con questo problema, allenandosi a guardare oltre e a fare del cibo stesso uno strumento per rimettersi in gioco, un alleato per ripartire, per trovare una prospettiva personale e professionale”.

a cura di

Marina Caccialanza

Milanese, un passato come traduttrice, un presente come giornalista esperta di food&beverage e autrice di libri di gastronomia.
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