Una cosa interessante è scaturita dalla conferenza stampa dei cinque ministri PdL: l’annuncio del ministro alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo relativo ad un progetto per promuovere il made in Italy e le sue imprese del settore agroalimentare nel 2014, in collaborazione con Google.
“Il progetto - queste le parole del ministro - aiuterà la diffusione dell’agroalimentare italiano nel mondo attraverso la rete. Il progetto del Ministero con la multinazionale è straordinario e rappresenterà un momento di grande comunicazione dell’agroalimentare italiano nel mondo. Un settore che incide molto sul Pil nazionale e ha enormi margini di sviluppo soprattutto in termini di export". Poche parole, troppo in politichese, ma la curiosità è grande.
Ben più ampio respiro e concretezza arrivano invece dalle riflessioni di Eric Schmidt, vicepresidente esecutivo di Google, che nel suo viaggio italiano non ha lesinato le grandi potenzialità che l’Italia può esprimere nel mondo.
“Tutti nel mondo sognano il brand Italia” ha spiegato, in diverse conversazioni, Eric Schmidt, con una serie di esempi concreti: parlando di stampanti 3D ha suggerito di metterle nelle sapienti mani e menti degli artigiani e dei designer italiani per dar vita a oggetti di uso comune ma che hanno dalla loro il bello che noi riusciamo ad esprimere. Oppure ha ipotizzato un futuro per le città d’arte italiane in cui i turisti, grazie a nuovi software, possono ricordare cosa hanno già visto nelle visite precedenti, cosa possono fare in base al proprio gusto personale.
In Italia l’e-commerce rappresenta solo il 2% del PIL, solo il 30% delle imprese ne sfrutta le potenzialità, e dunque ci sono enormi possibilità di espansione, soprattutto verso i mercati esteri, ma è indispensabile, sostiene Schimdt, “che venga recuperato rapidamente il gap che la divide dal resto dell’Europa, estendendo la banda larga e creando una “strategia digitale per il made in Italy”. Ecco dunque il progetto di Google: “Offrirsi come facilitatori digitali per diffondere il made in Italy. Abbiamo deciso di fare un importante investimento in Italia e offrire il nostro contributo per accompagnare il Made in Italy alla conquista dell’economia digitale. Ci concentreremo su tre aree: far conoscere le eccellenze nascoste dell’Italia; diffondere tra gli imprenditori le competenze digitali; valorizzare i giovani come promotori della transizione al digitale dell’economia italiana. L’Italia - afferma Schmidt - è straordinaria nel mondo: se questa straordinarietà riusciamo a portarla online, un piccolo pezzettino per volta, ne deriverà un grande contributo alla crescita del paese. E noi siamo qui per fare la nostra parte".
Il Ministero delle Politiche Agricole si limiterà a fornire i contenuti del made in Italy a Google, che detiene il 90% della ricerca online in Europa. Ci viene in mente una sola preoccupazione: ricordate i contenuti del megaprogetto del portale Italia dedicato al turismo di qualche anno fa? Speriamo chela lezione sia servita. Non si può sprecare questa opportunità che aiuta l’Italia ad essere finalmente un Paese moderno.
Luigi Franchi