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Grado, un luogo che è scenario di vita e natura

14/11/2021

Grado, un luogo che è scenario di vita e natura

L’isola d’oro, come viene chiamata Grado, in autunno si presenta nella sua forma più sincera, quando il turismo di massa lascia le spiagge, con il fascino che solo le città lagunari riescono a trasmettere.
Camminare per le vie del centro storico, recuperato in maniera egregia nel corso degli anni, sapendo che l’acqua scorre a pochi passi, sentire il rumore lieve della risacca, ascoltare i propri passi sul selciato fa venire solo buoni pensieri e forse è proprio questo che cerchiamo quando affrontiamo un viaggio.

Il verde e il blu sono i colori dominanti mentre ci si avvicina alla città, attraverso la strada che percorre la laguna; l’isola d’oro è lì, che ci aspetta, chissà cosa troveremo in questa stagione: alberghi chiusi? Ristoranti a metà? Negozi stanchi di vedere persone? L’estate, in questo anno strano, è stata di grande successo, l’occupazione degli hotel ha raggiunto punte del 90% con tutti i problemi di mancanza di personale, quindi sarebbe normale se trovassimo una città chiusa, invece non è così. 

Il porticciolo di GradoIl porticciolo di Grado

La città che ci viene incontro è una città che sta semplicemente riposando e che ci offre una parte di quel riposo, di quella calma che reputo indispensabile per godere appieno del paesaggio, della storia, della cultura di un luogo e della sua gastronomia.
L’alloggio lo trovo al Grand Hotel Astoria, un quattro stelle che ha fama di essere particolarmente attento all’accoglienza. Non ci sono molte persone, è appena terminato un congresso e l’hotel è semivuoto ma nonostante questo tutti i servizi che offre funzionano alla perfezione, merito di una gestione attenta, di un proprietario, Sandro Lovato,  che si rivela essere un uomo di grande cultura, e di un maître che conosce alla perfezione ogni aspetto del mestiere, Giacomo Rubini.
L’inizio di questa breve vacanza non può che essere al di sopra delle aspettative con persone di questo calibro, disponibili a raccontare come vivere Grado.

La facciata del Grand Hotel Astoria a GradoLa facciata del Grand Hotel Astoria a Grado

Siamo arrivati qui dopo una sosta ad Aquileia, per visitare il più imponente mosaico d’Europa, risalente al IV secolo d.C.; un capolavoro inaudito che evidenzia come la mano degli uomini sia, da sempre, un elemento fondamentale della vita. Di fronte a quel capolavoro il pensiero è solo quello: duemila anni fa decine di uomini e, forse, speriamo, donne, probabilmente analfabeti, hanno saputo compiere un’opera d’arte colossale, con la pazienza delle semplici mani.

I mosaici di AquileiaI mosaici di Aquileia

Con tanta bellezza in corpo abbiamo proseguito verso la laguna, verso l’isola d’oro e le prime persone che abbiamo incontrato, Sandro Lovato e Giacomo Rubini, ci hanno regalato ulteriori elementi di bellezza, raccontandoci dei casoni di pesca, tipici di questo territorio; dell’isola di Barbana e del suo santuario mariano meta, dal 1237, di una processione di barche che la comunità di Grado svolge ogni prima domenica di luglio per raggiungere l’isola; delle piste ciclabili che hanno valso a Grado, nel 2015, il riconoscimento di miglior pista ciclabile d’Europa.
Per non parlare delle 290 specie di uccelli che nidificano in laguna, gioia dei birdwatcher di tutta Europa. Oppure della Grado vecia, come la chiamano i suoi abitanti; un dedalo di stradine, piazzette, piccole case che ne fanno un paesaggio antropico di rara bellezza.

LL'isola di Barbana

Immaginate un ristorante qui, pensate al calore di un’accoglienza semplice, senza fronzoli, sincera, e la troverete: All’Androna, un ristorante aperto nel 1949 da Narciso Tarlao e oggi condotto dalla terza generazione, i fratelli Attias e Allan Tarlao che ne hanno nobilitato la tradizione marinara.
C’ero stato anni addietro perché i fratelli Tarlao fanno parte di Friuli Venezia Giulia Vie dei Sapori, la straordinaria invenzione di Walter Filiputti che riunisce ristoratori, artigiani del gusto, produttori di vino con l’obiettivo di far conoscere al mondo questa terra straordinaria. Ma era estate, c’erano moltissime persone, non ho potuto capire e apprezzare fino in fondo la qualità del lavoro che qui si diventa anche cultura del territorio.

La laguna di GradoLa laguna di Grado

Da loro ho assaggiato il boreto, il piatto tipico di Grado, che Allan realizza con mano leggera, esaltandone i profumi; non è una zuppa, come i tanti brodetti che connotano le coste adriatiche, bensì pesce in umido che nasceva in barca, quando i pescatori mettevano in padella i vari pesci. Una delizia del palato e della cultura gastronomica.
E Grado un luogo magico da cui partire per scoprire questa terra di confine che, a dirlo è il sociologo Ulderico Bernardi, “è di tanti eroi silenziosi, casari, vignaioli, agricoltori, pescatori, uomini e donne a cui appuntare al petto la medaglia al valor patrio per la dedizione con la quale si applicano per trasmettere il meglio dei prodotti che fanno di un territorio una sapida civiltà”.

 

Luigi Franchi

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