Una cucina che funziona anche in periferia
Albiate è un comune di poco più di seimila anime, non certo l’ombelico del mondo. Però è un luogo in cui si sta e si lavora bene, ci dicono Matteo e Riccardo.
“Tanti ci chiedono perché siamo qui. La risposta è che Grow ha senso qui, in questo territorio. Replicare altrove questo luogo sarebbe impossibile. Inoltre la periferia costituisce un bacino fondamentale per il nostro Paese, è da rivalutare; è un posto in cui sicuramente ci sono meno servizi, per esempio rispetto a una metropoli come Milano, ma la qualità di vita è più alta. In pochi chilometri abbiamo comunque tutto quello che ci serve, con il vantaggio di una dimensione più lenta in cui possiamo incontrare a tu per tu, per esempio, l’allevatore di capre o il pescatore di Monte Isola e conoscerne la storia. Il nostro ristorante in una grande città magari sarebbe cresciuto più in fretta, in pochi mesi, chi può dirlo. Ma vivere in questo modo, a stretto contatto, e vedere quanta gente si sposta per raggiungerci ci gratifica molto di più” confessano.
Riuscirci con scelte precise, nette, è un’ulteriore conquista. Soprattutto quando si parla di menu.
“Crediamo sia davvero difficile essere sostenibili proponendo un menu alla carta per questo abbiamo definito tre percorsi degustazione - Substrato, Spore e Growing. Il primo a tema vegetale, molto richiesto anche da un pubblico non vegetariano; il secondo libero, cioè animale e vegetale; entrambi con un forte rimando al nostro territorio. Il terzo è alla cieca, con un accento ancora più sperimentale. Poi, per chi ha già provato la nostra cucina, diamo la possibilità di provare i nostri piatti anche alla carta con porzioni più grandi. Abbiamo scelto anche delle grafiche particolari, diverse”.