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Hai mai urlato al ristorante?

20/01/2025

Hai mai urlato al ristorante?

Quella pizzeria fuori città volevamo provarla da tempo. Ne avevamo sentito parlare da amici ed esperti, avevamo letto ottime recensioni, non vedevamo l’ora di assaggiare quell’impasto fatto a regola d’arte, digeribile, croccante fino all’ultimo boccone e i condimenti, tutti buoni, classici o creativi che fossero. Insomma, prima o poi, pensavamo, passeremo di lì o magari ci andremo apposta. Una voglia e una curiosità che crescevano con passare del tempo finché, finalmente, un giorno, di ritorno da una visita ad amici, sul far della sera, un languorino faceva capolino e, trovandosi in zona, la fame risveglia la memoria di quel locale e di quella pizza tanto sospirata.

Svolta decisa alla prima uscita e via dritti all’indirizzo che, ormai era già tra i preferiti del nostro navigatore. Siamo in due, quindi, per nulla preoccupati di non trovare un tavolo libero, inoltre, il parcheggio facile nei pressi della pizzeria era un buon auspicio a un’esperienza positiva.

Entriamo fiduciosi, il locale è già abbastanza pieno, ma non tanto da rimbalzare due avventori senza prenotazione, il tavolo c’è!
Tutto si svolge velocemente, al punto di non aver ancora badato all’ambiente circostante; una rapida lettura del menu e la nostra pizza è ordinata. Compiaciuti di essere seduti a un desco a lungo ricercato e così vicini a soddisfare la curiosità per una pizza tanto agognata, rialzando lo sguardo per scambiare qualche parola in attesa delle bevande, ci rendiamo conto di essere immersi in una specie di girone infernale, dove le voci di avventori e camerieri si intrecciano vorticosamente fino a formare un unico frastuono che rende incomprensibile ogni frase ascoltata o pronunciata. Un turbine di parole che annienta ogni tentativo di dialogare tra di noi, al punto che, guardandoci sorpresi e sgomenti negli occhi, pensiamo a una soluzione per parlarci e sentirci: infilarci le cuffie nelle orecchie e telefonarci.

Fin qui potrebbe sembrare un gioco, una descrizione, forse un po’ romanzata, di un'ipotetica disastrosa serata al ristorante, una novella per sorridere di come una cena, che dovrebbe essere un’esperienza rilassante di gusto e benessere, si possa trasformare in un incubo. Invece no, è tutto vero, è un’esperienza vissuta e, sappiamo bene, che non è così rara.

 

Non ti sento… sono le parole soffocate che tentiamo di pronunciare, guardandoci in faccia, ogni volta che capitiamo in un ristorante in cui il benessere del cliente, ma anche di chi ci lavora tutti i giorni, non è considerato nella sua pienezza.
Quante volte capita di sedersi al ristorante e di rendersi conto che, man mano che il tempo passa e noi stessi e i clienti degli altri tavoli cominciamo a parlare, siamo costretti ad alzare sempre più la voce, finendo per saturare a tal punto l’ambiente acusticamente da non veder l’ora di terminare il pasto e uscire dal locale? Tante, troppe.

Pannelli fonoassorbenti al ristorantePannelli fonoassorbenti al ristorante

Il ristorante è una macchina complessa, lo sappiamo bene. Gli elementi che concorrono al successo di un esercizio pubblico sono molti e diversi. Troppo spesso si pensa che basti saper cucinare un buon piatto per andare incontro al favore del pubblico, dimenticando che chi si reca al ristorante non lo fa solo per soddisfare il bisogno primario di mangiare, altrimenti resterebbe a casa propria, sbrigando la faccenda nel modo più rapido possibile. Il pasto, invece, è un momento conviviale, un’occasione per stare insieme, per condividere certamente il piacere di mangiare, ma anche per trascorrere del tempo insieme, confrontarsi con i colleghi, divertirsi con gli amici, godere di un momento piacevole con il partner. 


Il benessere, insomma, è una somma di fattori, a cui contribuisce, spesso in modo determinante, proprio l’acustica del locale che scegliamo per mangiare, una caratteristica alla quale, purtroppo, non si bada sempre con la giusta attenzione. Non tutti, infatti, curano nel modo corretto gli spazi atti a ospitare i commensali, verificando che i rumori, banalmente le voci, trovino sul loro percorso gli ostacoli che interrompono il fluire delle onde sonore che, rimbalzando sul soffitto, ritornano verso i tavoli. 

Se il ristorante non è stato realizzato con tutte le cautele, non si pretende una ristrutturazione, ma qualche accorgimento che possa garantire ai clienti un’esperienza migliore, quantomeno che i rumori siano attutiti e permettano di dialogare senza dover urlare. Fateci caso quando accedete a una sala, se i tavoli sono disposti lasciando abbastanza spazio, se vedete alla pareti qualche pannello fonoassorbente o anche solo delle strutture geometriche appese al soffitto, entrate più rilassati, forse non dovrete passare il tempo a dire “non ti sento…”.

a cura di

Aldo Palaoro

Giornalista ed Esperto di Relazioni Pubbliche, da quando non si conosceva il significato di questo mestiere. Ha costruito la sua professionalità convinto che guardarsi in faccia sia la base di ogni rapporto. Organizza corsi di scrittura e critica gastronomica.
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