Il ristorante è una macchina complessa, lo sappiamo bene. Gli elementi che concorrono al successo di un esercizio pubblico sono molti e diversi. Troppo spesso si pensa che basti saper cucinare un buon piatto per andare incontro al favore del pubblico, dimenticando che chi si reca al ristorante non lo fa solo per soddisfare il bisogno primario di mangiare, altrimenti resterebbe a casa propria, sbrigando la faccenda nel modo più rapido possibile. Il pasto, invece, è un momento conviviale, un’occasione per stare insieme, per condividere certamente il piacere di mangiare, ma anche per trascorrere del tempo insieme, confrontarsi con i colleghi, divertirsi con gli amici, godere di un momento piacevole con il partner.
Il benessere, insomma, è una somma di fattori, a cui contribuisce, spesso in modo determinante, proprio l’acustica del locale che scegliamo per mangiare, una caratteristica alla quale, purtroppo, non si bada sempre con la giusta attenzione. Non tutti, infatti, curano nel modo corretto gli spazi atti a ospitare i commensali, verificando che i rumori, banalmente le voci, trovino sul loro percorso gli ostacoli che interrompono il fluire delle onde sonore che, rimbalzando sul soffitto, ritornano verso i tavoli.
Se il ristorante non è stato realizzato con tutte le cautele, non si pretende una ristrutturazione, ma qualche accorgimento che possa garantire ai clienti un’esperienza migliore, quantomeno che i rumori siano attutiti e permettano di dialogare senza dover urlare. Fateci caso quando accedete a una sala, se i tavoli sono disposti lasciando abbastanza spazio, se vedete alla pareti qualche pannello fonoassorbente o anche solo delle strutture geometriche appese al soffitto, entrate più rilassati, forse non dovrete passare il tempo a dire “non ti sento…”.