Ad esempio?
“Oltre al credito d’imposta per le ristrutturazioni con particolare attenzione alla sostenibilità, come previsto dal PNRR, nel superbonus si parla di digitalizzazione per guardare al futuro. La digital trasformation rappresenta un asset fondamentale per il turismo e per l’ospitalità. Le persone scelgono le strutture anche in base a questo, basti pensare al popolo dei nomadi digitali che lavorerà in smart working da qualsiasi parte del mondo. Eppure, con la scusa dell’importanza del contatto umano, i processi digitali sono ancora considerati un ostacolo. Un contatto umano che, per di più, molte volte non si trova. Invece, con il personale che non si trova e quello esistente è costretto a svolgere ben più di una mansione, poter contare sul digitale aiuterebbe moltissimo quell’hotel”.
In cosa consiste la parte digitale del superbonus?
“In un contributo pari a 30.000 euro a fondo perduto per innovare i processi. Come dicevo prima mantenere, in questa fase recessiva e di mancanza di personale, i servizi come erano non è realistico. Occorrono figure nuove, non necessariamente dipendenti dell’hotel, che conoscano a fondo le opportunità che la tecnologia offre, a tutti i livelli di servizio di un hotel”.