Iginio Massari
Iginio Massari sfugge alle regole tipografiche e ci costringe, nel suo caso, ad un ingiusto esercizio di sintesi: come quello di far rientrare, in queste pagine a disposizione, una conversazione con il Maestro della pasticceria italiana e uno dei più grandi a livello internazionale, con oltre 300 riconoscimenti ricevuti nell’arco di una carriera non certo conclusa, che spazia dalla simbologia del panettone alla sua visione contemporanea della pasticceria.
“Del lievito madre mi ha sempre incuriosito, fin dagli albori, il meccanismo che è fatto di etica, risultati, capacità. Quando ho messo le mani per la prima volta il risultato non fu certo dei migliori e la perfezione non l’ho ancora raggiunta, proprio per il suo essere vita, avere una forza che si riesce a dominare solo con l’abilità del bilanciamento e, soprattutto, mantenendo la memoria e la conoscenza del prodotto. Come nel caso del panettone, la cui origine è fortemente simbolica. All’epoca la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta, perciò molto spesso forme e ingredienti sostituivano le parole: l’uvetta nel pane era augurio di ricchezza, i cubetti d’arancia con il miele significavano l’amore, il cedro l’eternità, chimera sempre inseguita dall’uomo. Oggi è venuta in aiuto la tecnologia, ma senza la memoria non si va molto lontano” conclude Iginio Massari.
Pasticceria Veneto
Via Salvo d’Acquisto, 8
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