1898! In quegli anni esisteva un paese – Rosburgo, in Abruzzo, poi diventato Roseto degli Abruzzi – che viveva delle paste artigianali che Luigi Verrigni riforniva agli abitanti. È da quella data, di 125 anni fa, che esiste l’Antico Pastificio Rosetano della famiglia Verrigni, oggi conosciuto semplicemente come Verrigni dai migliori chef in Italia e nel mondo.
Ed è per celebrare questo importante anniversario che Francesca Petrei Castelli ed Eugenia, le padrone di casa, hanno accolto gli invitati in una bella sera di fine estate nella tenuta agricola Solagnone a Pineto, tra i campi di grano materia prima della linea oro del pastificio abruzzese.
A fare gli onori alle paste Verrigni, nel corso della cena, gli chef Igles Corelli e Luciano Passeri che hanno celebrato con maestria i diversi formati fino allo Spaghettoro di mezzanotte.
L’oro è un elemento fondamentale del pastificio Verrigni che, infatti, è l’unico a trafilare in oro alcuni formati; dal 2007 quando Massimiliano Alajmo
e Moreno Cedroni hanno ufficialmente sancito l’ingresso di questo tipo di lavorazione nel gotha della ristorazione stellata italiana: solo con Verrigni la pasta – alimento semplice ed essenziale – è diventata protagonista meritando di essere appellata con nome e cognome sui menù.
Oggi i migliori chef utilizzano la pasta Verrigni nei loro ristoranti; e ne apprezzano la genuinità e la versatilità assoluta.
Ne sono trascorsi di anni da quando Luigi Verrigni riforniva gli abitanti di Rosburgo ma non è cambiato molto negli ingredienti principali delle paste Verrigni.
L’acqua utilizzata proviene, come un tempo, dall’Acquedotto del Ruzzo proveniente dalle sorgenti del Gran Sasso poste ad una quota di 900 - 1000 metri, fresca, alla temperatura di 8-10°C, povera di sodio, leggera, batteriologicamente pura. L’acqua è purezza, freschezza, naturalità, ma è il grano il vero protagonista e il modo in cui lo si trasforma. Ed è qui che è avvenuto il cambiamento che oggi pone Verrigni tra le paste più amate dagli chef: con la trafilatura in oro l’impasto viene in contatto con un metallo nuovo e prezioso che infonde nuove caratteristiche alla pasta.
A differenza di quella tradizionale, questo tipo di lavorazione conferisce ai formati una consistenza diversa, nuova e più ricercata. I blind test degustativi e le analisi di autorevoli laboratori certificati hanno confermato che “spaghettoro” e “fusilloro”, grazie al minore attrito che l’impasto subisce nell’estrusione dalla trafila
proprio a contatto col metallo aureo - più malleabile - risultano caratterizzati da una nuova ruvidezza, una sottile dolcezza e una nota distintiva che non resta indifferente al palato.
Oltre a Speghettoro e Fusilloro, Verrigni propone oltre 80 formati di pasta dalle tipologie tradizionali ai formati giganti, quadrati, contenitori, disponibili anche da semole di grano Cappelli ed aromatizzate in maniera totalmente naturale (pomodoro,
limone, peperoncino, zafferano, funghi, tartufo, ecc). Verrigni è stata una delle prime aziende italiane ad avviare anche la produzione di pasta di semola da grani biologici certificata dall’Icea (Istituto per la certificazione etica ed ambientale), ed ha consolidato la sua posizione sul mercato grazie ad una qualità costante riconosciuta dagli operatori e dai consumatori.
Non resta che fare gli auguri a questa azienda che ha scritto un pezzo importante di storia del cibo più amato nel mondo: la pasta!
La foto di copertina è tratta dal sito www.virtuquotidiane.it