Il 2023 verrà ricordato come l’anno del turismo italiano in Albania, un paese vicino ma di cui in realtà sappiamo molto poco. Tra le cose che ignoriamo c’è la sua gastronomia, eppure nel paese esistono delle storie interessanti legate al cibo, come quella dei gega.
Gega erano chiamati i venditori di dolciumi ambulanti, il cui nome faceva riferimento alle popolazioni del nord del paese. La maggior parte dei gega era infatti nata in famiglie di origine Gorani, un gruppo slavo di religione musulmana, proveniente dalle montagne ai confini nord dell’attuale Albania, del Kosovo e della Macedonia settentrionale. Durante il periodo ottomano, dal XIV al XX secolo, questa comunità si occupava della transumanza invernale degli ovini fino alla piana della Tessaglia, in Grecia. Poi però, forse a causa del brigantaggio presente proprio lungo quel tragitto, i gega abbandonarono il mestiere e si trasferirono nelle aree urbane, reinventandosi come venditori ambulanti di cibo e bevande.
Durante la Prima guerra mondiale un censimento mostrava che nove su dieci dei circa 1.800 gorani erano pasticcieri. Quando Tirana diventò la capitale dell’Albania neo-indipendente all’inizio del Novecento, la sua popolazione aumentò, e dopo la Seconda guerra mondiale vi si trasferirono molti gorani in cerca di fortuna. Alla fine degli anni Sessanta molti di questi iniziarono a lavorare nelle nuove industrie di produzione di dolciumi, altri andarono a lavorare nelle strade, trasportando carrelli per le biciclette pieni di dolci di ogni tipo, gelati in estate, e halva.