Si infiamma di orgoglio, Isabella, nel suo discorrere e questo la rende bellissima: verace e limpida.
“Oggi la cooperativa - prosegue - è una molto conosciuta a livello internazionale, esportiamo quasi il 50% della produzione. I soci sono 300, 40.000 le piante di olivo a Blera su 800 ettari, in annate normali sono 13.000/15.000 i quintali di olive che vengono trasformate in 1200/1400 quintali di olio.
Sono quattro le tipologie di olio che proponiamo: classico, bio, Dop, Igp Roma (ultima etichetta uscita da un mese). Tutte esprimono tantissimo il nostro territorio. Il blend è costituito per almeno l’80% dalla varietà caninese, nostra cultivar autoctona. Si tratta di un’oliva piccolissima con tanto nocciolo, difficile anche da raccogliere perché molto resistente al distacco dalla pianta”.
A questo punto chiediamo le caratteristiche organolettiche: “Fruttato intenso - attacca decisa Isabella -sentori di carciofo, mandorla, erba tagliata. Ha un bell’amaro piccante persistente”. E poi aggiunge: “L’olio è difficilissimo da far capire e da vendere. La vendita è un processo lungo e lento. La mia scommessa in parte è vinta ma ho tanta strada da fare”.
Isabella non lo dice ma sono molti e importanti i riconoscimenti che l’olio Extravergine di oliva della Cooperativa Agricola Colli Etruschi ha guadagnato nel corso degli anni. È recente la notizia che Slow Food, nell’edizione 2023 della guida agli extravergini, ha confermato la chiocciola alla cooperativa agricola e pure ha attribuito il titolo di Grande Olio all’olio “DOP Tuscia” per pregio organolettico, aderenza al territorio e alle sue cultivar. In quest’avventura partita da lontano oggi anche Isabella ci sta mettendo del suo. È lei in prima persona che ci ha conquistato. Ne è conseguita la scoperta dell’olio e del suo valore.