La pasta è insita nella storia gastronomica italiana, pur non essendo un elemento autoctono come testimoniano le innumerevoli pagine scritte sulla sua origine, dalla leggenda di Marco Polo alla più concreta lettura de
Il libro di Ruggero del geografo arabo Idrisi (intorno al 1.100) che indica la Sicilia come culla di questo genere alimentare, importato appunto dagli arabi.
Fu solo nel Medioevo che la pasta assunse un ruolo rilevante grazie all’avvento di nuovi metodi di cottura e nuove forme (all’epoca se ne contavano 17). Risale a quell’epoca l’identità italiana che si esplicava, allora come oggi, nella capacità di trasformare la materia prima.
Il corso dei secoli ha visto la pasta diventare protagonista della cucina italiana, in particolare al sud dove diventa cibo di sussistenza per gli strati più poveri e accompagna la vita degli emigrati, trasformandosi così in un simbolo cosmopolita qual è oggi.
Un percorso affascinante ricordato durante un evento che si è svolto a
Siracusa, nel ristorante La Terrazza sul Mare del Grand Hotel Ortigia, dove
Maurizio Urso ha invitato
Carla Latini,
ideatrice del marchio 600.27, e altri quattro colleghi cuochi –
Massimo Schininà del ristorante Le Magnolie di Frigintini,
Carlo M. Sichel del ristorante Il Carato di Catania,
Salvo Calleri e Roberta Gallo del ristorante Santa Lucia di Siracusa – ad interpretare i formati della pasta di Carla Latini.