Oggi va di moda scrivere, a margine del menu, le materie prime di provenienza e i nomi dei produttori. Voi, invece, li raccontate all’ospite se ve li chiede. Come mai questa scelta?
Risponde Franco: “Perché il buono siamo noi. Non è presunzione ma il frutto di un ragionamento molto semplice. La materia prima che scegliamo e che utilizziamo parte sempre dall’alta qualità. Ma un cuoco, se non è attento conoscitore, può metterci un attimo a rovinarla. Siamo dunque noi i responsabili finali del piatto, non è la carne del produttore, non è la farina che abbiamo ricercato e scelto. Sono le nostre conoscenze tecniche, la nostra esperienza e la nostra faccia a mettersi in gioco. Poi, se il risultato piace all’ospite volentieri raccontiamo tutto degli ingredienti e dei fornitori”.
Tortelli, gnocchi, marubini, merluzzo, bolliti e via di questo passo; un menu di grandi classici, con qualche variazione sul tema e alcuni accenni, misurati, di creatività. Ritorno al passato, nostalgia o in che altro modo definireste la vostra proposta gastronomica?
Risponde Franco: “No, non è un ritorno al passato, anche se i sapori possono richiamare alla memoria il gusto tradizionale degli anni prima del Duemila. Ma sono sapori che qui da noi si riproducono in modo naturale, senza la forzatura modaiola del ritorno al passato. Qui la nostalgia non è di casa; c’è invece la garanzia di un sapore riprodotto in ogni momento del bisogno. Fare un menu vuol dire proporre cose che piacciono anche a me, a noi; solo così riusciamo a ricavare soddisfazioni che ci ripagano. Per me la cucina non è un mestiere, è curiosità e predisposizione; mi dimentico spesso le ricette, ogni volta è qualcosa di nuovo”.
Aggiunge Fausto: “Il cliente che ritorna è la nostra gratificazione più grande perché si crea quella confidenza e quel confronto che ci aiuta a fare meglio, sempre di più”.
Da qualche anno Federico, il figlio di Franco, è parte integrante della conduzione della Crepa dove affianca, nel servizio di sala, lo zio Fausto. Con lui c’è Greta, sua moglie, attualmente impegnata in un master sull’accoglienza all’Università di Bologna e ‘ufficiale di collegamento’ tra la sala e la cucina della trattoria (ruolo fondamentale nella perfetta gestione di un’attività di ristorazione ndr).