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I numeri del paradosso del cibo

10/12/2012

I numeri del paradosso del cibo
Oggi siamo in 7 miliardi di persone, nel 2050 saremo in 9 miliardi!
Oggi il 49% vive in aree urbane, nel 2050 sarà il 70%!
Ogni giorno, nel mondo, chiedono di sedersi alla tavola 219.000 persone in più!
Oggi servono 1,3 pianeti per mantenere l’attuale livello di consumi. Nel 2030 ne serviranno 2!
Per far fronte al bisogno di cibo dei 9 miliardi di persone si stima un aumento del 60% della produzione agricola!
Le speculazioni alimentari minacciano 18 paesi in cui vive più della metà della popolazione mondiale!
Prima del colonialismo si viveva una carestia ogni 100 anni, afferma Raj Patel, oggi ne subiamo almeno una ogni 10 anni!Tre miliardi di persone stanno risalendo la catena alimentare passando da una dieta povera ad una ricca di carne, con conseguenze devastanti per fabbisogno di acqua ed energia!
Ogni giorno 4.000 bambini nel mondo muoiono per mancanza d’acqua! Il 92% delle risorse idriche viene utilizzato dall’agricoltura per produrre cibo che andrà per un terzo sprecato!
Per produrre l’intero ciclo di vita di 100 grammi di pomodori servono 19 litri di acqua. Per produrre l’intero ciclo di vita di 100 grammi di hamburger ne servono 1600!
In Italia lo spreco di ortaggi e frutta gettati via nei punti vendita comporta il consumo di 73 milioni di metri cubi d’acqua, equivalenti a 36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri!
Negli USA una famiglia di 4 persone spreca in media 1600 dollari di cibo ogni anno. La stessa cifra che basterebbe per sfamare una famiglia in un paese in via di sviluppo!
In Italia si sprecano 146 kg di cibo pro-capite!
Nel mondo ci sono 1,5 miliardi di persone obese o in sovrappeso (che diventeranno 2,5 miliardi nel 2015) e 868 milioni di affamati!
Nel mondo muoiono ogni anno 36 milioni di persone per fame e 29 milioni di persone per eccesso di cibo!
Nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari ad 1/3 della produzione, pari a 4 volte la quantità necessaria a nutrire gli 868 milioni di affamati!
In Italia il 31,6% dei bambini è obeso, secondi al mondo dopo gli USA (35,5%). L’obesità pesa per il 6,6% sulla spesa sanitaria italiana!
A Milano ogni tre settimane, denuncia il sindaco Pisapia, nelle mense scolastiche vengono gettate via 140 tonnellate di cibo!

A volte bastano i numeri, senza bisogno di commenti, a far riflettere sulle contraddizioni e sui paradossi del cibo che il 4° International Forum on Food and Nutrition, organizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition in questi giorni a Milano, sta affrontando.

Quali soluzioni? Tra le diverse soluzioni su cui si stanno confrontando gli stati generali dell’alimentazione globale ne abbiamo scelte alcune che condividiamo.
Milano Ristorazione, responsabile del servizio mense, sta già lavorando da tempo per una riduzione importante e duratura degli sprechi, con interventi già applicati sulle porzioni, eliminando pietanze meno gradite, inserendone di nuove più apprezzate ed i risultati cominciano a vedersi” spiega il sindaco Giuliano Pisapia, a margine della sua denuncia.
“Occorre riformulare i cibi, da parte dell’industria, riducendo gli ingredienti dannosi. E introdurre ore di educazione di stili di vita nel curriculum scolastico a livello comunitario” sostiene Paola Testori Coggi, direttore generale per la Salute e i consumatori della Commissione Europea.
“Far fronte al problema dell’obesità, con il coinvolgimento di tutti, partendo dal basso, dalle comunità locali” spiega Jean-Michel Borys, fondatore e direttore di EPODE, un network europeo che sviluppa un sistema di relazioni a livello cittadino per affrontare in maniera orizzontale i problemi e le possibili soluzioni.
Utilizzare le informazioni a disposizione. Cosa che non viene praticata. Ad esempio, usando le informazioni sul clima si migliorerebbe di gran lunga l’agricoltura arrivando a risparmiare un miliardo di ettari, con conseguenze positive sulle risorse idriche e sulla produzione” afferma Riccardo Valentini, premio Nobel per la Pace 2007.
Creare infrastrutture che aiutino i paesi poveri e quelli in via di sviluppo a produrre per sé” sintetizza Mobido Tiémoko Traoré, vicedirettore generale della FAO.
Oppure, più semplicemente, l’idea geniale di Marta Antonelli, 27 anni, studentessa al King’s College London, selezionata tra i finalisti del concorso YES Young Earth Solutions lanciato da Barila Center for Food & Nutrition, che propone di “aumentare la consapevolezza dei consumatori in merito alle conseguenze delle loro scelte di consumo, indicando in etichetta la quantità totale di acqua necessaria per produrre gli ingredienti di quella ricetta”. Una piccola soluzione che auspichiamo possa essere utilizzata anche dagli chef. Ma, si sa, è dalle piccole cose che partono i grandi cambiamenti!

Luigi Franchi
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