Nuovi ruoli per crescere
In occasione della festa parmense si è svolta anche l’assemblea annuale dell’associazione che ha provveduto al rinnovo delle cariche e alla definizione di nuove strategie promozionali.
A guidare il Buon Ricordo è stato chiamato Cesare Carbone, quarta generazione del Ristorante La Manuelina di Recco (GE), che si avvarrà della collaborazione del nuovo consiglio direttivo e del segretario dell’associazione, Luciano Spigaroli, per l’appunto.
Con loro due affrontiamo questa breve intervista sugli obiettivi presenti e futuri dell’associazione.
“Con questo mandato inizia un nuovo corso dei ristoranti del Buon Ricordo. – ha esordito Cesare Carbone - L’idea geniale che ebbe Dino Villani, sulla quale si è costruita coesione, curiosità e business, ha bisogno di essere rilanciata in maniera forte, adeguandola al sentire e all’agire contemporaneo. In assemblea, tra i soci, è venuta fuori questa volontà di esserci, di gridare forte, ma con quello stile di unità che è nostro da oltre 50 anni. Nessuno stravolgimento nei nostri programmi, bensì una maggior coesione, un rinnovato senso di appartenenza e, soprattutto, il bisogno, che si avverte da più parti di essere davvero gli ambasciatori dei territori italiani”.
In che modo?
“Per anni i nostri ristoratori hanno resistito a tutto: alle mode passeggere, alla crisi economica, al tentativo di ridurre la tradizione della cucina italiana a mero ricordo. – precisa Luciano Spigaroli – Lo hanno fatto difendendo la tradizione della cucina e dell’ospitalità italiana, adeguandola al cambiamento sociale e culturale. Ora che si torna a parlare di tradizione, noi siamo ancora qui: pronti a mettere in campo la nostra esperienza, a svolgere quella missione che ha fatto dire, per anni, a migliaia e migliaia di persone che hanno frequentato i nostri ristoranti: sono stato bene ne avrò un buon ricordo. Ma lo faremo con formule nuove”.
Il piatto è il simbolo della vostra associazione e ha generato schiere di collezionisti: resterà tale?
“Il piatto non cambierà come simbolo, ma diventerà ancor di più l’espressione dei nostri ristoranti. Nella loro interezza di proposta però. – prosegue Luciano Spigaroli – Il collezionismo ha rappresentato una straordinaria opportunità per tutti noi, al punto che è nata un’associazione da ormai quarant’anni di collezionisti. Oggi la nostra idea è quella di trasformare questo movimento ed estenderlo: non più e non solo collezionisti di piatti, bensì collezionisti di emozioni. Quelle che ogni nostra cucina e il suo territorio sanno esprimere”.