Il bilancio complessivo
A conti fatti, il numero dei ristoranti stellati in Italia sale a 378, considerati oltre ai nuovi ingressi anche le revoche. Vengono riconfermati gli undici tristellati, ovvero i luoghi che “valgono il viaggio”: Piazza Duomo ad Alba (CN), Da Vittorio a Brusaporto (BG), St. Hubertus, a San Cassiano (BZ), Le Calandre a Rubano (PD), Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN), Osteria Francescana a Modena, Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (AQ), Mauro Uliassi a Senigallia (AN) e Enrico Bartolini al MUDEC a Milano. Salgono a 38 i ristoranti che “meritano una deviazione”, quindi i bistellati, con la doppia conferma a Krèsios di Telese Terme e al Ristorante Tre Olivi di Paestum che passa direttamente da zero a due stelle.
Ma altre considerazioni vanno fatte: consultando il bilancio dei nuovi ingressi e dei premi assegnati, il sud e le isole in questa edizione sono i protagonisti. E anche le donne, dal momento che tre dei quattro premi speciali sono ora per mani femminili. E ancora i giovani, con un dato importantissimo rimarcato nelle battute finali della rassegna: metà degli chef citati nell’edizione della Guida 2022 hanno meno di trentacinque anni.
Come ogni anno ci asteniamo da qualsiasi giudizio, non critichiamo né elogiamo le scelte. Prendiamo atto, come si dovrebbe semplicemente fare, di quanto la Michelin ha deciso. Sui numeri, però, ci sentiamo di dire la nostra: se questa guida tratteggia il vero panorama della ristorazione italiana, abbiamo buone speranze per il futuro.