Fare squadra riconoscendosi in un disciplinare rappresenta il comune sentire
dei membri della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, un identità comune e condivisa che impone la coltivazione delle proprie vigne, e l’imbottigliamento del proprio vino curandone tutta la filiera produttiva dall’uva all’etichetta, mettendo infine la firma. Un’associazione sempre più forte e coesa la FIVI, che ha superato da poco la quota dei
900 soci, e che quest’anno sarà presente al Vinitaly con un’area dedicata a disposizione delle
53 aziende presenti in rappresentanza di tutte le regioni italiane. Un'accogliente area di 300 metri quadri semplice ed essenziale (padiglione 8, stand B8/B9 e C8/C9), che ospiterà le attività della
Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti con un banco informativo, uno spazio gestito dall'associazione indipendente dei Vignaioli del Trentino e uno della delegazione FIVI del Friuli Venezia Giulia, oltre naturalmente alla massiccia presenza delle numerose aziende associate, comunque presenti a macchia di leopardo nell’importante kermes veronese. “Siamo orgogliosi – dichiara la presidente
Matilde Poggi – di continuare a ricevere nuove adesioni, segno che viene riconosciuto il nostro ruolo aggregativo e costruttivo. Credo che FIVI lo abbia ben dimostrato lo scorso dicembre arrivando ad una soluzione con il Ministero delle Politiche Agricole frutto di un dialogo costruttivo e franco con le istituzioni”. Grazie anche all'interessamento della
FIVI infatti è stata scongiurata l'applicazione di un regolamento comunitario che vietava di menzionare - in etichetta, ma anche su brochure e siti internet - regione o provincia di produzione. Una norma che sarebbe andata a vantaggio delle grandi lobby del vino e contro la trasparenza. La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuove la qualità e l’autenticità dei vini italiani, e conta 900 produttori associati sul territorio nazionale, per un totale di circa 9.000 ettari di vigneto,
65 milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,6 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 9.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale.
Per saperne di più:
www.fivi.it
Luca Bonacini