Il Parmigiano Reggiano è pronto ad affrontare le sfide che si presenteranno nel 2023 tra mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto.
Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio ha affermato: “Siamo riusciti ad affrontare il 2022 grazie alla nostra capacità di essere una squadra, e così dobbiamo continuare a fare nel 2023. Il Consorzio è pronto ad assumersi sempre più la responsabilità di essere la cabina di regia dell’intera filiera. Dobbiamo continuare a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, e a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del “noi” del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop”.
È sulla fama del formaggio che il Consorzio punta, infatti, e sulla consapevolezza che i consumatori lo scelgono perché è più di un formaggio: è un prodotto che riassume in sé i valori di un territorio, dalla stalla alla tavola, è il campanello di un ambiente e di un ecosistema delicato e da tutelare, è un volano per l’economia del luogo e delle sue genti.
Importante da domani lavorare sulla programmazione delle attività future, come il controllo dell’approvvigionamento idrico: “Senza foraggio non ci sono stalle e di conseguenza non c’è formaggio – spiega Bertinelli – per questo è impellente trovare soluzioni agronomiche in grado di assicurare la sostenibilità ambientale che è anche la sostenibilità economica del territorio. Dobbiamo rimettere in discussione i metodi di gestione della produzione per fornire alternative utili e implementare quei metodi già in uso che possano valorizzare la filiera: impianti fotovoltaici, recupero dei reflui per la produzione di biometano, solo per fare qualche esempio”.
Il Parmigiano Reggiano, tra i formaggi più antichi e più ricchi che si conoscano, si produce oggi come mille anni fa: con gli stessi ingredienti (latte, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e con una tecnica di produzione che ha subito pochi cambiamenti nei secoli, grazie alla scelta di conservare una lavorazione del tutto naturale, senza l’uso di additivi.