Perché un bosco?
“Viviamo dei frutti della terra e per questo siamo ad essa riconoscenti. - spiega il presidente Alberto Figna - Nel DNA delle nostre famiglie (sia Agugiaro sia Figna, ndr) è insita l’attenzione profonda verso l’ambiente, la passione e una grande volontà di far bene il nostro lavoro puntando alla compatibilità fra lo sviluppo delle attività economiche e la salvaguardia del mondo agricolo”.
Realizzare un bosco, il più grande della Pianura Padana, con 18.000 alberi su 13 ettari, in grado di assorbire fino a 220.000 di kg all’anno anno di CO2, compensando le emissioni totali degli impianti dell’azienda nello svolgimento delle attività di trasformazione del grano delle quattro sedi (Collecchio, Curtarolo, Magione, Rivolta d’Adda), non è come piantare semplicemente le piante.
Infatti la sua realizzazione ha coinvolto il CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali), architetti paesaggisti del calibro di Lisa di Marco, il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma di cui Agugiaro&Figna è socio.
Il disegno del bosco richiama alcuni segni quasi esoterici, con curve e circoli carichi di significati simbolici che rimandano alla terra madre e diventerà un luogo dove la suggestione principale sarà il silenzio: richiamando una frase che imparò dal padre, Alberto Figna ha sintetizzato questa scelta di realizzare il bosco con queste parole: “Il genio è colui che sa trovare le risposte nel posto giusto e con le persone giuste”.
Durante la presentazione, nella giornata nazionale degli alberi, Riccardo Agugiaro, il componente dell’altra parte dell’azienda, si è agganciato a questo per ribadire che il Bosco del Mulino vedrà coinvolte le persone giuste: i ragazzi delle scuole e delle università che qui potranno fare formazione, che vivranno la vita del bosco proteggendolo. Inoltre, ha raccontato Riccardo Agugiaro, “dedicheremo l’1% del fatturato di ogni anno all’iniziativa in maniera costante. Infine sosterremo tre premi di laurea su marketing, scienze ed economia per avere idee nuove sulla sostenibilità”.
“Spero – afferma ancora Alberto Figna - che la realizzazione de Il Bosco del Molino possa insegnare alle persone ad ascoltare e imparare dalla natura. Perché gli alberi insegnano a chi sa capire, a chi ha il cuore per ascoltare. Ogni bosco ha la capacità di aprire la mente di ciascuna persona: ora è tempo che ognuno di noi faccia qualcosa per la vita e la salvaguardia della natura”.