Il Brunello di Montalcino è il leader assoluto nelle preferenze degli italiani, ma anche dei vini italiani nel mondo. Il primato italiano è emerso da una recente indagine rivolta ai gestori di 200 tra enoteche e winebar, che ha evidenziato la superiorità del Brumìnello sia nelle vendite che nelle preferenze. E ancora, secondo la classifica annuale delle 100 migliori bottiglie stilata dalla rivista americana Wine Spectator, considerata la «bibbia del vino» a livello internazionale, il Brunello di Montalcino è il miglior vino del mondo. Del resto è noto che Il Brunello di Montalcino sia considerato un simbolo del vino italiano nel mondo con i suoi 120 milioni di euro di fatturato, 247 produttori e 7 milioni di bottiglie vendute ogni anno.
Il mercato si concentra in particolare negli Usa, Canada, Inghilterra, Giappone, Germania, Svizzera e, più recentemente si è sviluppato in India, Cina e Corea.
La rivista britannica Decanter, uno dei colossi mondiali dell’editoria nel comparto enologico, dedica addirittura la copertina del numero di maggio ai vini italiani, titolando “The New Italy” e, nell’ampio servizio interno sull’attuale panorama enologico italiano, fra i dieci stili di vino più interessanti in Italia, colloca il Bardolino insieme con i bianchi da uve autoctone, e ancora una volata il Brunello di Montalcino 2006, ma anche il Barolo 2004, la Malvasia Istriana, le bollicine rosa, il Taurasi 2007, il Marsala, i vini sotto i 14 gradi di alcol e il Recioto della Valpolicella.
Richard Baudains, il giornalista che ha curato il servizio di Decanter scrive: "Il Bardolino sta tornando ai rossi succosi che sa fare meglio, tranne che oggi li sta facendo molto, molto meglio". Aggiungendo che il Bardolino "sembra essere nelle condizioni di giocare un ruolo strategico per i rossi del Veneto nel futuro".
La bevibilità e la coerenza con il territorio d’origine e con il territorio di produzione sembrano le armi vincenti del Bardolino anche secondo il parere di Richard Baudains: “Senza legno e con una gradazione alcolica non superiore al 12,5% - scrive -, questi deliziosi rossi offrono la prova che la personalità dipende dall’integrità varietale e dall’identità locale, piuttosto che dalla smisurata concentrazione, e che ‘leggero’ e ‘rosso’ possono dopotutto essere complementari l’uno all’altro”.
L’apprezzamento va anche alla sua versione rosé, il Chiaretto, che si propone come un vino leggero, facilissimo da adattare alla tavola, fresco, fruttato, speziato.
Soddisfazione e sorpresa per il Consorzio di tutela del Bardolino: “Non eravamo abituati all’idea di essere citati fra le tendenze stilistiche del vino italiano, dichiara il presidente GiorgioTommasi. Si tratta di un nuovo, importante riconoscimento al grande lavoro attuato nell’ultimo triennio da tutta la nostra filiera”… “Abbiamo riscoperto il nostro modo di essere, e facendo questo siamo tornati all’attenzione del pubblico, che ci ha premiato svuotando le nostre cantine, e della critica, che ci sta seguendo con attenzione sempre crescente, e le parole di Decanter lo confermano anche dal lato internazionale”.