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Il Buon Ricordo si incontra ad Altomonte

16/03/2012

Il Buon Ricordo si incontra ad Altomonte
“Il mondo è in difficoltà, il futuro prossimo è un’ incognita e anche i comportamenti dei consumatori mutano di conseguenza. Che fare? A nostro avviso la risposta è una sola: cercare di fare bene tutti insieme, indistintamente, il proprio lavoro. Non ci sono scorciatoie”.
Semplicità e saggezza nelle parole di Osvaldo Mugnai, presidente dell’Unione Italiana dei Ristoranti del Buon Ricordo; parole in sintonia con lo stile dei tanti ristoratori che, da anni, sostengono e si riconoscono nel sodalizio più antico e più noto d’Italia, che nel 2012 – con  123 soci - ha raggiunto il traguardo dei  48 anni di vita.
“La domanda cambia e va interpretata con tempestività, ma soprattutto con intelligenza e cultura. La creatività improvvisata senza basi solide è effimera. Quindi: qualità delle materie prime, esperienze in cucina, professionalità e rigore, accoglienza e spirito di servizio (senza servilismo) verso la clientela. In definitiva, autenticità. Questo è l’atteggiamento con cui i nostri associati si propongono ai consumatori che anche, direi soprattutto, nei momenti difficili si accostano alle nostre proposte con maggiore consapevolezza” prosegue Mugnai nell’annunciare l’appuntamento annuale del sodalizio che, quest’anno, si svolge ad Altomonte, in provincia di Cosenza, dal 18 al 20 marzo.
Ad ospitare e accogliere i colleghi sono i due locali calabresi che aderiscono al Buon Ricordo: Ristorante dell’Hotel Barbieri di Altomonte e il Ristorante Sabbia d’Oro di Belvedere Marittimo. Mentre ad ospitare l’assemblea sarà il trecentesco Convento dei Domenicani nel centro storico di Altomonte.
I temi in discussione sono importanti: dalla definizione del programma di iniziative dell’associazione fino ad arrivare strategie con cui affrontare il non facile momento attuale e di ribadire il proprio impegno a farsi interpreti della ristorazione italiana di qualità. Raccogliendo la sfida di questo periodo di crisi e dando il loro contributo culturale, prima ancora che economico, come anticipa il presidente Mugnai: “Si sta affermando sempre più il desiderio di naturalità, autenticità, stagionalità dei prodotti e la richiesta di una cucina che sia fedele specchio della cultura di un territorio. La varietà delle nostre radici gastronomiche e delle nostre tradizioni riemerge come una ricchezza invidiabile da valorizzare.”
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