Nella Milano orientata al futuro, dove i grattacieli si mescolano ai palazzi antichi, dove le strade trafficate incrociano giardini inaspettati e per le vie risuonano mille idiomi, entrare da Waby vuol dire immergersi nella tranquillità, essere accolti dalla pacata cortesia di Matteo e dei suoi collaboratori e godere quell’attimo di pausa che è essenziale quando la mente è affollata da mille impegni. L’ottimo cibo offerto, poi, gratifica l’operosità, la conversazione può prendere il verso giusto e il momento diventa ambasciatore di quello che il resto della giornata sarà.
Insomma, se i piatti invitano alla soddisfazione dei sensi, l’atmosfera fa la differenza tra cibarsi e nutrire corpo e mente. Comodità ed eleganza, senza sconfinare nel classico, restituiscono una sensazione di benessere e il cliente può scegliere la formula del pranzo d’affari che prevede diverse eleganti Bento Box, create secondo l’uso dei businessmen giapponesi.
Da Waby Restaurant non c’è uno chef che primeggia ma una brigata di cucina con esperienza e un progetto condiviso risultato di viaggi e consulenze nell’alta ristorazione asiatica. Matteo Zhu, viaggiatore instancabile per passione, ha dedicato anni a coltivare le sue origini e a fare esperienza nei locali di famiglia per poi dare vita al suo personale progetto, Waby, un nuovo indirizzo asiatico di stampo internazionale. Ecco che la proposta culinaria esprime la sua visione, che comprende la massima attenzione per la materia prima, la costruzione di una carta dove i classici della cucina giapponese si affiancano a creazioni più ricercate.