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Il cambiamento che va governato

09/05/2019

Il cambiamento che va governato

Siamo al centro della più potente, almeno per noi contemporanei, trasformazione che il mondo abbia mai vissuto. Quella che l’ha preceduta, parlando di comunicazione, fu all’epoca di Gutenberg, che ebbe, a sua volta, una grande velocità di affermazione, per l’epoca in cui avvenne. Ma questa è impressionante, in pochi anni ha cambiato il modo di accedere alle informazioni. Forse in maniera eccessiva, al punto che oggi basta un titolo o una foto per credere di capire tutto.
in questo, forse, il giornalismo, quello vero, fatto di fonti sicure e di editori capaci, potrà ancora avere un futuro, o almeno lo speriamo. Nel mondo che affrontiamo da queste pagine vogliamo ostinatamente credere che sia così, credere che un articolo sia un articolo e un titolo un titolo; che il ristoratore o il professionista dell’ospitalità che ci legge trovi il tempo per farlo, i minuti necessari a cogliere un approfondimento. Abbiamo costruito il magazine con questo scopo e i riscontri che riceviamo sono, in tal senso, positivi. Gli operatori professionali che ricevono il magazine sala&cucina ogni mese ce ne danno puntuale conferma, e questa è la dimostrazione che il buon giornalismo, il nostro e quello di tanti altri, avrà ancora una vita abbastanza lunga.
Questo non ci permette di sederci sugli allori, proprio per il cambiamento sociale che è in atto, ma di valorizzare il lavoro, questo elemento fondamentale nella vita di ognuno di noi, questo sì. Dobbiamo farlo, ogni giorno, ogni volta che è possibile.
Del resto, quanto sia indispensabile svolgere questo ruolo lo si vede da quanta richiesta di formazione è in atto, in questo momento storico. Lo abbiamo capito anche dai giorni in cui abbiamo svolto i corsi per la forza vendita delle aziende aderenti a Cateringross, dedicati ad un rapporto più corretto con gli operatori della ristorazione e dell’ospitalità.
Non si tratta solo di vendere un prodotto, ma di presentare un servizio funzionale alla crescita di quel ristorante, di quell’hotel o di quella pizzeria. Cambiano le relazioni, cambia il modo di comunicare tra le persone, ma la volontà di capire, di approfondire, di essere preparati e competenti è nella natura dell’uomo. Ci abbiamo impiegato millenni per arrivare a sapere, non possiamo e non vogliamo disperdere questa capacità.
Per questo continueremo a fare di questo magazine uno strumento utile, ad ogni uscita, per dare ai lettori spunti di riflessione su cosa significa oggi fare il ristoratore, con esempi vincenti, fatti di fatica e di errori, ma alla fine portatori di quel successo che distingue l’imprenditoria italiana rispetto al resto del mondo. Artigiani del gusto, artigiani di valore, che mettono la felicità delle persone al primo posto dei loro obiettivi, ancor prima del guadagno immediato, in alcuni casi.
Non esiste un’altra categoria così, che riempie le giornate di lavoro con 14/15 ore nelle cucine, nella preparazione del locale, con stipendi mai sufficientemente adeguati, ma con una passione che supera l’immaginabile, con il desiderio di dare piacere a chi varca le loro porte. Una categoria che ha sicuramente raggiunto la visibilità, ma quella che fa l’economia di questo settore lavora in silenzio, con dovizia di particolari, con impegno e senza fronzoli. A loro va tutta la nostra stima e, per quello che possiamo fare in queste pagine, il nostro supporto.

Benhur Tondini

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