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Il Capodanno cinese

29/01/2025

Il Capodanno cinese

Buon Anno!

No, non siamo matti o in grave ritardo, ma oggi si celebra il Capodanno cinese e anche noi ci uniamo nei festeggiamenti ai nostri concittadini le cui radici originano nel lontano oriente, ma la cui vita, da generazioni, per alcuni anche quattro, è saldamente in Italia, da italiani. La celebrazione del nuovo anno, dedicato questa volta al Serpente verde, uno dei dodici segni del ciclo astrologico cinese, è, per noi, l’occasione per trattare un tema molto legato alla gastronomia e, dunque, interessante da condividere con i nostri lettori.
Vi è mai capitato di fare una passeggiata in via Paolo Sarpi a Milano?

 

Facciamo un passo indietro per inquadrare l’argomento di cui stiamo trattando.
Paolo Sarpi, per chi non è pratico, è il cuore della Chinatown meneghina. Fino al 2011 era aperta al traffico veicolare, ci transitava anche una linea del trasporto pubblico. Da allora venne interamente pedonalizzata, nonostante la dura opposizione dei commercianti che, come spesso accade, in casi analoghi, espressero forte preoccupazione per una possibile perdita di clienti, ma che, dopo poco, non solo furono contenti, ma aumentarono, e di molto, i propri affari.
Questa strada, questo quartiere, oggi è un caso di scuola.

Il Capodanno cinese

Riprendendo, dunque, la domanda sull’aver mai avuto occasione di fare una passeggiata lungo Via Paolo Sarpi e nelle strade limitrofe, analizziamo la trasformazione che è avvenuta non solo nella fruizione di un’area della città, ma anche nella percezione rispetto a una comunità etnica, quale quella cinese, che, proprio grazie al cibo, sta superando alcuni degli stereotipi che, purtroppo, siamo soliti associare a chi è diverso da noi.

Ebbene, per decenni, le prime migrazioni verso l’Italia risalgono al primo dopoguerra, questi laboriosi concittadini, conducevano le loro attività rimanendo nell’ombra, invisibili e spesso costretti a lavorare senza sosta, in particolare nel settore dell’abbigliamento.
L’altro campo, largamente presidiato, è sempre stato quello gastronomico, ma, fino a una decina di anni or sono, in modo omologato e omogeneo, con una cucina pressoché uguale in ogni ristorante, mediata con la cultura occidentale per andare incontro ai gusti del paese ospite.

Il Capodanno cinese

Un cambio generazionale e l’avvento di nuove proposte, basate sulle diverse cucine regionali della Cina, hanno contribuito a uno sviluppo rapido e incisivo, imprimendo una svolta che, inizialmente a Milano, ma poi, a macchia di leopardo, in tutte le altre aree, ove sia presente la comunità cinese, ha dato un forte impulso al cambiamento al quale stiamo assistendo.

Paolo Sarpi, a pieno titolo, la Chinatown italiana, è, però, qualcosa di più, perché il dinamismo che caratterizza questo quartiere è diverso da ogni altro della città. Il primo segnale è la velocità con cui, nel volgere di poche settimane, si susseguono nuove aperture, peraltro con pochi ricambi, segno non solo di vitalità commerciale, ma di successo di quasi tutte le attività intraprese. Altro indizio la movida che ogni sera si sviluppa intorno a diversi punti della strada, con alcuni casi che meritano una citazione: la Ravioleria Sarpi, dell’imprenditore Agie Zhou, bocconiano, che, da dieci anni, è un punto di riferimento dello street food milanese, che in un primo tempo ha collaborato con la vicina Macelleria Sirtori, bottega storica di Milano, usando le sue materie prime per i ripieni delle sue preparazione e, quando, il titolare è andato in pensione ha rilevato la sua azienda abbinandola alla Ravioleria, servendo alcuni piatti tradizionali della cucina italiana, quali i mondeghili; Ramenamano di Francesco Wu, il primo non solo a scommettere su questa tipicità, ma a metter le cucina letteralmente in vetrina, per far vedere “come si fa”; ma anche la storica enoteca Cantine Isola che, a dispetto di tutti i cambiamenti che avvengono nei suoi dintorni, ha mantenuto e, anzi, aumentato, i suoi affari.

 

Grazie a tutto questo fermento, è stato possibile trasformare una parte della città, prima strada di passaggio trafficata, in un motore di sviluppo economico e culturale.

Chi passa da quelle parti ha imparato a gustare ogni tipo di preparazione, dal ramen in ogni declinazione, ai fritti da passeggio, fino ai ravioli da gourmet.

 

In conclusione, tra gli elementi del successo, certamente la scelta di pedonalizzare, merito dell’amministrazione, ma, soprattutto, il cibo che, grazie a un’offerta rinnovata, varia e di qualità eccellente, ha trascinato il cambiamento di abitudini da parte di tutti, offrendo opportunità di lavoro e di svago e trascinando l’intera economia del quartiere, sia commerciale, sia immobiliare.

a cura di

Aldo Palaoro

Giornalista ed Esperto di Relazioni Pubbliche, da quando non si conosceva il significato di questo mestiere. Ha costruito la sua professionalità convinto che guardarsi in faccia sia la base di ogni rapporto. Organizza corsi di scrittura e critica gastronomica.
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