Parte oggi la campagna promozionale di
Expo 2015, sulle tv e sulle radio italiane, dove la voce di
Antonio Albanese si alterna al gioco di contrasti e piaceri che il cibo scatena nell’immaginario delle persone e nella vita quotidiana del pianeta. Questo segna il vero punto di non ritorno di un evento che, fino ad oggi, è stato funestato di dubbi sull’effettiva riuscita, di scandali smascherati, di inefficace comunicazione nell’affermarne il valore e la portata che, lo ha ripetuto
Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015 nel corso della presentazione del piano di comunicazione,
“non è una fiera e vuole andare alla ricerca della propria anima”, raccogliendo in questo modo l’invito lanciato da Carlo Petrini al Salone del Gusto.
Expo 2015, disse Petrini in quell’occasione, deve diventare
la rappresentazione dell’identità del mondo, un agorà dove confrontarsi, in un’Italia che sa accogliere.
“La gente del mondo vuole venire in Italia” ha affermato Giuseppe Sala raccontando come, grazie al lavoro della diplomazia italiana e alla dirigenza di Expo 2015, oggi per ottenere un visto dalla Cina si è passati da un mese ai tre giorni. Ben fatto, ma ora si deve anche definire, in modo serio, come questi milioni di persone vengono accolte in Italia.
È allarmante il sondaggio condotto da
Il Giornale, sui principali portali di prenotazione, dove emerge che nei giorni di Expo gli hotel hanno aumentato i prezzi del 243% circa, in alcuni casi anche del 379%. Lo stesso Giseppe Sala, durante il roadshow in Cina ha espresso un timore: “Siamo preoccupati. I tour operator con cui parliamo ci dicono che non riescono a chiudere contratti per notti a Milano. Gli albergatori sarebbero pazzi se alzassero i prezzi durante i sei mesi ma…”
Anche
Explora,
Destination Management Organization (DMO) ufficiale di Expo 2015, ovvero la Public Marketing Company che ha come attività primaria la promozione e la promo-commercializzazione delle destinazioni e dell’offerta turistica, è intervenuta sul tema, per bocca del suo direttore generale
Josep Ejarque: “dobbiamo avere chiaro che il profilo di visitatori di questo evento sono le famiglie, non gli uomini d’affari o gli appassionati di sport. Perciò il pricing non può non tenerne conto anche per evitare l’effetto bad reputation: non bisogna far passare l’idea che Milano sia una città troppo cara e oggi bastano due tweet per scatenare una valanga”.
Non facciamo ancora una volta dell’Italia il paese del “mordi e fuggi” turistico, che ci ha portati nell’arco di vent’anni dal primo al quinto posto della classifica mondiale del turismo.
Ben vengano, invece, gli oltre
7.000 eventi Fuori Expo che la città di Milano accoglierà, con proposte formulate dalle istituzioni locali, ma anche da privati e dalle nazioni partecipanti. Gli appuntamenti vengono aggiornati sul sito
it.expoincitta.com
“Il cibo è di tutti, perché il cibo è vita” racconta Antonio Albanese nello spot di Expo 2015, ma a noi piace anche ricordare la sua sintesi dell’evento mondiale dove potremo “osservare, imparare, trattare con il futuro”.
Luigi Franchi