Quali sono le principali difficoltà che incontrate in questo periodo di ripresa frenetica?
Innanzi tutto la mancanza di personale. Ormai sembra un disco rotto ma è così. La nostra realtà è un’isola felice perché abbiamo alle spalle una struttura solida, ma molti colleghi lamentano una situazione complicata e di difficile soluzione. Il risultato, quasi per tutti, è una spremitura delle ore di lavoro nel corso della giornata, fino a 18 ore. I rincari evidenti delle materie prime e dell’energia, naturalmente, influiscono notevolmente e la disponibilità economica di molti imprenditori è compromessa. Non è questa però, a mio avviso, la causa principale della mancanza di personale.
Quali sarebbero le cause della crisi del personale?
La crisi deriva da un coinvolgimento culturale che ha radici profonde e genera ripercussioni molto pesanti sulle attività imprenditoriali e sul mondo del lavoro nella sua interezza. È vero che ci sono difficoltà economiche ma stringendo i denti si possono superare. È altresì vero che bisogna adeguare il proprio metodo di pensiero e di lavoro: se hai una piccola impresa di ristorazione e cerchi un cuoco che costi poco perché la situazione è difficile e vuoi risparmiare, parti col piede sbagliato. Non risparmi affatto, perché il giovane inesperto non sarà in grado, per esempio, di giocare col km 0, non sarà ambientato sui parametri di lavoro, non saprà gestire gli scarti evitando sprechi. Un bravo cuoco è colui che sa gestire gli sprechi valorizzandoli. Un bravo cuoco conosce tecniche all’avanguardia ed è in grado di applicarle aumentando la resa in cucina, è in grado di manipolare le materie prime correttamente. Oggi, per ottimizzare i rincari energetici e trasformarli in vantaggi, è necessario conoscere i principi della cottura a bassa temperatura, occorre saper realizzare un ottimo piatto con le crudité, dare un tocco creativo utilizzando prodotti locali a disposizione, valorizzando la propria appartenenza al territorio. Tutto questo non si improvvisa. Un cuoco esperto esige uno stipendio adeguato ma dobbiamo ricordare sempre che le sue competenze sono frutto di corsi di aggiornamento continui e costosi, di approfondimenti che hanno richiesto tempo e impegno, hanno un valore concreto. Il fattore più importante è che la sua competenza farà risparmiare all’imprenditore in fase di applicazione e, quindi, stiamo parlando di un investimento e non di una perdita. Il giovane cuoco alle prime armi non può pretendere un compenso elevato perché non ha le capacità, e purtroppo molti non hanno la pazienza di costruirle.