Gli Spaghetti Naporitan
Gli spaghetti sono presenti nei menu dei caffè giapponesi fin dalla loro nascita. Preparazioni come il sugo al pomodoro sono state rese popolari dai soldati italo-americani di stanza in Giappone già negli anni quaranta, ed è proprio da quel periodo che inizia a svilupparsi la cucina itameshi, che rivisita piatti italiani in chiave nipponica. Influenzato da questo stile, Shigetada Irie, cuoco presso il New Grand Hotel di Yokohama, trasse ispirazione dalle razioni militari in dotazione al Comando Alleato di occupazione, nel secondo dopoguerra, per creare questo piatto, che consiste in spaghetti ben cotti, ketchup di pomodoro, cipolla, funghi, peperoni verdi, salsiccia viennese e, a scelta, salsa Tabasco.
Sui social i giovani giapponesi caricano video mentre mangiano i naporitan all’interno di locali con pareti di legno e luci al neon, immersi in un codice estetico che appartiene ad un’altra epoca, ma che sta venendo sempre più apprezzato. Mentre fuori dai kissaten tradizionali le file per entrare si allungano, silenziosamente la generazione dei “boomer” sta diventano un modello a cui ispirarsi. Chi lo avrebbe mai detto.