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Il fenomeno Showa-rétro

24/10/2023

Il fenomeno Showa-rétro

Al termine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, il Giappone viveva un momento di profonda sofferenza. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta però, si realizzò quello che viene ricordato come il “miracolo economico giapponese”. In quegli anni il tenore di vita della popolazione aumentò sensibilmente e il paese divenne ben presto la seconda potenza mondiale, dietro agli Stati Uniti. La sua crescita fu così repentina che per molto tempo si pensò che il Giappone fosse in grado, da un momento all’altro, di superare la leadership americana, un timore che gli stessi statunitensi sentivano come inevitabile. A testimoniare questo sentimento, nel film “Ritorno al futuro II” (1989), ambientato in un 2015 fittizio, il regista Robert Zemeckis si immagina un mondo dove il capo di Marty McFly è un uomo giapponese, la sua cravatta “doppia” raffigura la bandiera imperiale del sol levante e nei bar si mangia sushi come specialità della casa. 

Il pericolo dell’egemonia giapponese si arresterà nei primi anni novanta, quando nel paese inizierà un periodo di stagnazione economica che riporterà gli Stati Uniti stabilmente in testa nella classifica delle potenze mondiali. Quel periodo sulla cresta dell’onda però, oggi sta ispirando molti giovani giapponesi, che ne subiscono il fascino e cercano, per quanto possibile, di riviverne le atmosfere. Questo fenomeno si chiama “Showa rétro”, dal nome dell'era giapponese corrispondente al regno dell'Imperatore Hirohito, che si concluse nel 1989.  Uno dei simboli indiscussi di quel periodo sono le prime caffetterie giapponesi, le kissaten, che oggi stanno vivendo una nuova popolarità.
La GenZ nipponica sta scoprendo questi luoghi per la prima volta, anche per via del loro menu, che comprende vari piatti di ispirazione occidentale, adattati allo stile giapponese. Tra questi spiccano gli Spaghetti Naporitan

L’imperatore Hororito, sovrano durante tutto il periodo Shinto L’imperatore Hororito, sovrano durante tutto il periodo Shinto

Gli Spaghetti Naporitan
Gli spaghetti sono presenti nei menu dei caffè giapponesi fin dalla loro nascita. Preparazioni come il sugo al pomodoro sono state rese popolari dai soldati italo-americani di stanza in Giappone già negli anni quaranta, ed è proprio da quel periodo che inizia a svilupparsi la cucina itameshi, che rivisita piatti italiani in chiave nipponica. Influenzato da questo stile, Shigetada Irie, cuoco presso il New Grand Hotel di Yokohama, trasse ispirazione dalle razioni militari in dotazione al Comando Alleato di occupazione, nel secondo dopoguerra, per creare questo piatto, che consiste in spaghetti ben cotti, ketchup di pomodoro, cipolla, funghi, peperoni verdi, salsiccia viennese e, a scelta, salsa Tabasco.

Sui social i giovani giapponesi caricano video mentre mangiano i naporitan all’interno di locali con pareti di legno e luci al neon, immersi in un codice estetico che appartiene ad un’altra epoca, ma che sta venendo sempre più apprezzato. Mentre fuori dai kissaten tradizionali le file per entrare si allungano, silenziosamente la generazione dei “boomer” sta diventano un modello a cui ispirarsi. Chi lo avrebbe mai detto. 

Spaghetti NaporitanSpaghetti Naporitan
a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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