Nasce nei Paesi Bassi il Gin, verso la metà del Seicento, inizialmente come rimedio medicinale, poi arriva in Inghilterra. Da sgarbata bevanda alcolica a basso costo, apprezzata da marinai e minatori, diventa bevanda nazionale britannica, e infine pregiato ingrediente del celeberrimo Martini cocktail, un drink mito, amato da presidenti, teste coronate, stelle del cinema intellettuali e scrittori, primo fra tutti
Ernest Hemingway. E oggi? Il fenomeno gin dilaga, un distillato forte, chiaro, incolore che si ottiene dalla distillazione di un fermentato di frumento ed orzo in cui viene messa a macerare una miscela di erbe, spezie, piante, radici e ginepro. E se qualche anno fa il suo appeal si era un po’ appannato, in luogo della vodka, ora ha decisamente preso il sopravvento. Le aziende storiche londinesi hanno alzato il livello, proponendo selezioni pregiate, con costi considerevolmente elevati, mentre in Italia sono nate numerose piccole distillerie che oggi offrono davvero una scelta molto estesa. Una di queste, ha una storia tutta particolare. Un gin di elevata qualità, la cui ricetta nacque proprio in Italia, negli anni ’40, da un ufficiale inglese e da un proprietario terriero riminese, per poi rimanere a lungo in un cassetto, ed essere riportata in auge quasi ottant’anni dopo, in tutta la sua unicità e fragranza. Ecco dunque la genesi del
Riviera Gin, il primo Gin italiano la cui base è distillata dal vino, un distillato di grande piacevolezza che sta guadagnandosi un posto di rilievo sulle mensole dei migliori locali. La ricetta, nasce da un momento di malinconia verso la Madre patria, di un ufficiale britannico di stanza a Rimini durante la seconda guerra mondiale, e da Virgilio Leardini, proprietario terriero romagnolo, e lo scritto venne ritrovato fortunosamente dopo decenni, nei cassetti di famiglia, dal pronipote Alessandro, che decise di iniziare a produrlo. La produzione artigianale e naturale del Riviera Gin, da
una base di vino sangiovese, avviene in un’antica distilleria toscana, ed esprime un prodotto, dalle caratteristiche organolettiche intense ed eleganti, abbinabile indistintamente ai cocktail internazionali sia classici che creativi, e
alla cucina gourmet. Un’etichetta che oggi figura nei menu, di importanti ristoranti della Penisola, tra cui
Guido a Rimini, una stella Michelin;
Il Piastrino a Pennabilli (PU), una stella Michelin e
Abocar sempre a Rimini. Una particolare composizione di
botanicals dal
coriandolo alla
cannella, dai
fiori di sambuco allo
zenzero, dal
ginepro al
bergamotto, e alle
arance dolci, rendono questo gin, presentato ufficialmente al Gin Day 2016, di particolare finezza. Riportare alla luce dopo quasi 80 anni dalla sua ideazione questo distillato, è un intuizione da ascrivere ad
Alessandro Zaghini, Roberto Guidi e Fabio Dellarosa, imprenditori riminesi doc, che hanno creduto in questa nuova avventura, e in Primavera hanno prodotto il primo lotto di 1440 bottiglie, ora quasi completamente terminato, mentre il posizionamento alto nei più accreditati american bar e ristoranti è opera del
brand ambassador Charles Flamminio, premiato bartender che propone il Riviera nei luoghi del piacere più giusti, attraverso lo
“Riviera Gin Speakeasy tour”. «Ho iniziato questa avventura quasi per gioco, ci tenevo a ridare vita ad un’antica ricetta di mio nonno, - spiega il fondatore di Riviera Gin,
Alessandro Zaghini, pronipote di Virgilio - Oggi invece ci ritroviamo ad aver venduto in pochi mesi l’intero lotto e ad affrontare mercati internazionali. La passione e la voglia di far crescere questo progetto aumentano di giorno in giorno».
Luca Bonacini