Vino simbolo dell'Emilia, il Lambrusco guarda alla qualità e all'eccellenza grazie al forte impegno del Consorzio e dei suoi produttori delle province di Modena e di Reggio Emilia che, negli ultimi anni, ne hanno fatto il terzo vino italiano per PLV (produzione lorda vendibile) segno di una vocazione vitivinicola che si e' consolidata e rappresenta una attività agroindustriale che fa riferimento a produzioni a denominazione di origine i cui benefici economici ricadono sull’intera collettività.
Del resto, la Denominazione di Origine DOP e IGP (il Lambrusco deve essere presentato con la D.O.) è la scelta voluta dalle imprese vitivinicole come atto di trasparenza nei confronti del consumatore ma anche per dimostrare che la tradizione va interpretata come una rivoluzione permanente: l’innovazione è il motore strategico dell’economia, a volte è scomoda ma è sempre necessaria.
Le tipologie sono sette - sei DOP Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e Lambrusco di Modena, Lambrusco Reggiano, Lambrusco dei Colli di Scandiano e di Canossa, oltre all’IGP Lambrusco Emilia – che raccontano, sotto l’egida del nome Lambrusco, la storia di un territorio, descrivendone con immediatezza i protagonisti allo stesso modo di una passione vera: non rivela il suo nome a chi non ha la capacità di scoprirlo nell’eleganza delle bollicine che si unisce alle suggestioni delle sfumature rosso rubino.
“Sette denominazioni, - racconta Ermi Bagni, direttore del Consorzio - una per ogni giorno della settimana, i cui ingredienti sono: passione, precisione ed equilibrio per ottenere un vino conosciuto e diventato famoso in Italia e in oltre 50 paesi nel mondo. Da molti anni il Lambrusco per quantità è il vino maggiormente commercializzato in Italia dalla GDO ed è in assoluto quello che ha la maggiore diffusione in Brasile e in Messico.
Nel 2015 partirà il progetto “Distretto del Lambrusco” che coinvolgerà i Consorzi di tutela e promozione di Modena e di Reggio Emilia in collaborazione con enti locali e Istituti Universitari. Si tratta di un programma di sviluppo agricolo/industriale che non si limita alle imprese della filiera vitivinicola ma si propone di migliorare gli aspetti socio-economici del territorio.
“Non ci sono alternative e non si può perdere altro tempo: per fare ripartire l’economia occorrono idee vincenti ma soprattutto la voglia e la determinazione di mettere loro le gambe così da farle correre e competere con gli altri che adesso stanno andando più forte di noi” conclude Ermi Bagni invitando tutti al pad.1 dell’Emilia-Romagna a Vinitaly per scoprire le novità del Lambrusco.
Luigi Franchi