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Il Master della Cucina Italiana di Creazzo, per un futuro nella ristorazione

19/01/2017

Il Master della Cucina Italiana di Creazzo, per un futuro nella ristorazione
“Non vi auguro fama nel vostro futuro, ma la vostra piena realizzazione come persone e come professionisti”. Si è concluso con queste parole il concreto intervento di Sergio Rebecca, presidente di Ersac nonché del comitato scientifico del Master della Cucina Italiana presentato, nella sua quinta edizione, a Creazzo, comune alle porte di Vicenza.
Un master, organizzato da Ersac-Confcommercio, che prevede cinque mesi di corso, con 312 ore di formazione di cucina, 96 di pasticceria, 392 di studio di storia dell’alimentazione e di gastronomia, oltre agli stage nei più affermati ristoranti italiani. Al corso, interamente finanziato con fondi privati, accedono ogni anno solo 16 studenti.
“Vogliamo accompagnarli verso la professione con serietà, dimostrare come il percorso del master elevi le loro competenze. – puntualizza Sergio Rebecca – La testimonianza la si vede nel piatto, il primo che viene richiesto ai partecipanti all’inizio del corso per presentarsi, che nell’arco dei cinque mesi cambia completamente”.
Il Master della Cucina Italiana di Creazzo, per un futuro nella ristorazione
Alla presentazione della quinta edizione erano presenti Massimiliano Alajmo, chef tre stelle Michelin, e Raffaele Alajmo, ceo di Alajmo Spa, entrambi componenti del Comitato Scientifico, insieme ai docenti del corso, alla giornalista americana Faith Heller Willinger, a Mauro Defendente Febbrari, docente di nutrizione, allo storico dell’alimentazione Danilo Gasparini.
“Questa è la scuola che avrei voluto fare io. – ha raccontato Massimiliano Alajmo – Una scuola asciutta, essenziale e concreta. Con una forte aderenza ad una realtà professionale che non può essere fatta solo di lustrini. Prova ne sono le tematiche che scandiscono ogni edizione del master. Quest’anno è: pane e olio, la più autentica distillazione di un percorso gastronomico e di uno stile di vita basato sulla condivisione e l’ascolto”.
Accanto ai fratelli Alajmo ci saranno altri 46 docenti, di cui 24 chef e 8 pasticceri. Le new entry del corpo docente sono il gastronauta Davide Paolini, i pasticceri Gianluca Fusto e Andrea Tortora, lo storico dell’arte Fernando Rigon Forte. Confermatissimi, tra gli altri, Massimo Bottura, Pino Cuttaia, Valeria Piccini, Mauro Uliassi, Giovanni Santini. A loro il compito di formare questi giovani, e i risultati sono evidenti se pensiamo che il 90% degli iscritti ha trovato lavoro.
“Non facciamo facili promesse, il successo arriverà, insieme alla vostra identità, ma per raggiungerlo serve quel tocco finale che ha un prezzo alto. – ha spiegato Sergio Rebecca – Per raggiungerlo servono rigore, pulizia, rispetto verso il prossimo e tanta onestà con voi stessi”.

Luigi Franchi

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