Sei figure per 40 clienti sono davvero tante. Come riuscite a tenere sotto controllo tutto questo e a ripartirlo in modo equanime?
“Le persone che mi accompagnano nella conduzione della sala sono con noi ormai da parecchio tempo e questo fa sì che capiscano perfettamente e condividano il nostro progetto. – risponde Antonella – La gestione del personale ci consente di poter organizzare nel migliore dei modi i turni, le ore di riposo, senza causare quello stress che solitamente allontana da questo lavoro. Un personale felice e motivato è l’elemento vincente, insieme a una buona cucina, per il successo di un ristorante”.
Lo abbiamo capito quando abbiamo chiesto a uno dei camerieri cosa pensava del piatto che ci stava servendo.
La risposta di Denis Zocchi, assistente di Antonella Butticè in sala, è stata immediata e folgorante: “E’ come vivere un attimo di distacco dalla realtà” ha sussurrato. Quel risotto allo zafferano e ai ricci di mare ha davvero preso quella piega, talmente era buono.
“Con lui lo scontrino medio sale” ci ha confidato Vincenzo, puntualizzando, con un moto di orgoglio, che il ristorante, fin dal giorno dell’apertura, ha sempre avuto un bilancio economico in positivo, merito del grande affiatamento che corre tra i fratelli, di una cucina eccellente e intelligente, del rapporto non conflittuale tra sala e cucina.
“Tutti noi abbiamo fatto esperienza sia in sala sia in cucina – racconta Salvatore Butticè – e questo è stato un grandissimo aiuto che tuttora ci fa parlare un linguaggio comune. Un linguaggio che viene trasferito al personale di sala, Giulia Ravasi, Denis Zocchi, Lucia Iaccino, SalvatoreTarallo a cui forniamo tutte le informazioni, per iscritto, sui piatti, su quale idea ci ha portati lì, sugli ingredienti e la loro storia, la biodiversità e la stagionalità. Proseguiamo poi con l’assaggio, che offre un potente stimolo di curiosità e facciamo sempre un briefing pre e post-servizio. Il nostro ospite lo conosciamo alla perfezione, anche perché abbiamo un livello molto elevato di fedeltà”.