I dialoghi di
Ernest Hemingway con il
maitre, che chiamava
Gran Maestro, e con il barman, riecheggiano ancora in quei saloni sontuosi e tra i divani in velluto del bar, eretto sulla cappella del Seicento della famiglia Gritti che diede un Doge a Venezia. Era l’enclave veneziana dello scrittore Premio Nobel, diviso tra
Gritti Palace, Harry’s Bar e Locanda Cipriani, di cui leggiamo in
Across the River and Into the Trees, (Di là dal fiume e tra gli alberi). Un romanzo ambientato a Venezia, scritto nel ’48, e uscito postumo in Italia nel 1965, tutto incentrato sull’amicizia tra un colonnello americano a riposo e un’aristocratica e giovane veneziana. La ristrutturazione del 2013, durata oltre un anno, con un investimento di 35milioni di euro, ha reso nuovamente meravigliosa l’antica residenza nobiliare, grazie all’impiego di artigiani e falegnami specializzati, che hanno restaurato accuratamente cornici, mobilio, lampadari, stucchi, specchi, marmi, ridando smalto al lussuoso hotel veneziano, riportando alla luce le opere della scuola del Tiziano e del Longhi. A pochi passi da piazza San Marco, un hotel con 61 lussuose camere e 21 suite, rinomato per eleganza e riservatezza, frequentato da personaggi di fama internazionale, che si possono rivedere nella “Hall of Fame”, un settore dell’albergo dedicato, accanto alla SPA Blu Mediterraneo. Tra gli ospiti più assidui,
Peggy Guggenheim, la ricchissima americana, mecenate e collezionista d’arte, che rimarrà a Venezia trent’anni, dopo aver acquistato nel ’49 Palazzo Venier dei Leoni, sede oggi della sua collezione, e dell’imperdibile Museo Guggenheim. Ma anche la cucina del
ristorante “
Club del Doge”, guidata con piglio da
Daniele Turco vive un nuovo rinascimento, dopo che lo chef si è dato un tempo per riscoprire le sue radici e vivere un periodo di costruttivo confronto con importanti colleghi stellati della Penisola. Una cucina leggera, fresca, matura, prevalentemente di territorio, ripensata alla luce di moderne tecniche, da cui nascono piatti di grande piacevolezza, come il canestrello gratinato e lenticchia nera; il baccalà mantecato e polenta biancoperla; le sarde in saòr; i ravioli del suolo con tartufo nero, formaggio Monte Veronese e burro di malga; le tagliatelle integrali con ragù di germano reale e ribes rosso; oppure l’immortale Risotto con scampi alla Hemingway. Oltre all’ottima cucina, che si riverbera anche nel sontuoso breakfast, il nuovo corso, sembra aver influenzato anche la storica
scuola di cucina del Gritti, che ora dispone di un ambiente vintage dedicato, sede di corsi personalizzati e percorsi gourmet, alla scoperta dei piatti simbolo della cucina regionale italiana.
Luca Bonacini
The Gritti Palace - Luxury Collection Hotel
Campo Santa Maria del Giglio - Venezia
Tel. 041 794611
www.thegrittipalace.com