Un nome che causerà non poche incertezze: si chiamerà “Gemelli Diversi” il nuovo vino dell’azienda “Torraccia del Piantavigna”, già famosa per il “Che l’Inse”, vino “rivoluzionario” ispirato all’Unità d’Italia, e “Erbavoglio”. Ora è la volta di “Gemelli Diversi”, etichetta, prodotta in sole 70 bottiglie, di Erbaluce al 100%, dai vitigni di Ghemme.
La nuova etichetta si è resa necessaria dopo che la rivendicazione dei produttori dell’Erbaluce di Caluso ha interdetto i concorrenti a far uso del nome originario. Da qui il nome insolito per un vitigno coltivato storicamente anche nella zona delle colline novaresi. L’unico riferimento a Erbaluce, dopo che la richiesta di una deroga è stata respinta dalle autorità competenti, si trova ora limitata alla sola etichetta.
La bottiglia presenta un disegno stilizzato del Piemonte dove emergono la zona, in verde, di produzione dell’Erbaluce di Caluso, e in rosso quella delle colline novaresi. A completare il quadro, della bandiera italiana in questo caso, è una macchia bianca al centro. Da entrambe le parti una “catena di Dna”, a dimostrazione che i vini prodotti da ambo le parti sono davvero “gemelli”.
“Nonostante l’attuale situazione, la nostra azienda continuerà a puntare su questo vitigno. – ha dichiarato il presidente di Torraccia, Alessandro Francoli – Dopo i tre ettari messi a dimora sulle colline ghemmesi, proprio in questi giorni abbiamo siglato l’accordo per la conduzione di due ettari di Erbaluce a Barengo, il paese delle cicogne, che qui hanno trovato un clima ideale, grazie alla salubrità dell’aria e dell’ambiente. Questi vigneti diverranno il nostro campo sperimentale dove realizzare prove per ottenere uno spumante e un passito da uve Erbaluce”.
Per saperne di più:
http://www.torracciadelpiantavigna.it/