Un solo pane
Quel pane grande dalla crosta invitante, la mollica color nocciola, la lunga durata (fino a una settimana) hanno destabilizzato il piccolo centro di Valva, trovando da subito fra i più entusiasti coloro che sono abituati a muoversi altrove per studio o lavoro e fra i più frenati i tradizionalisti.
È occorso un pochino di tempo per convincere le persone a fidarsi di questa nuova proposta.
Ma questo Gianfranco Feniello l’ha messo in conto ed ha continuato imperterrito a tracciare la sua strada. Soprattutto ha perseverato nel realizzare un solo tipo di pane, ripetendo a se stesso: “Fare poco, fare bene, farlo tutti i giorni, perché si lavora con la materia viva e ogni giorno è un giorno diverso”. E il pane si è evoluto, sta evolvendo, migliora visibilmente col passare del tempo.
Ne abbiamo apprezzato la fragranza, sorprendendoci che, in quel piccolo paesino ancora dentro la nicchia di un territorio preservato, si manifesti una potenzialità così grande. E un valore ancora più grande perché qui è tutto più difficile, più osato. Più tremendamente visionario. Tutto parte dalla testa: la forza sta lì, non nella speciale ricetta o nello speciale lievito madre ma nella testa di un ragazzo che non ha avuto paura, neanche per un istante.